Jaythan Kendrick vittima di un errore giudiziario negli Usa

Usa, 25 anni in cella: «Un errore giudiziario monumentale»

«Ho sperato e sognato mille volte che un giorno come questo potesse finalmente arrivare. Ma nello stesso tempo non avrei mai pensato che potesse accadere sul serio. E invece, è successo». Poche parole ad accompagnare l’espressione raggiante e al tempo stesso incredula di un uomo appena uscito dall’incubo di un errore giudiziario lungo 25 anni, riconosciuto dallo stesso giudice che lo ha scagionato. Venticinque anni trascorsi in carcere con l’accusa di un reato tanto terribile (un omicidio) mai commesso. Questa è la storia di Jaythan Kendrick, originario di New York, negli Stati Uniti. Dove si è svolta tutta la vicenda che lo ha visto protagonista suo malgrado.

Jaythan Kendrick era stato arrestato nel novembre del 1994 per l’omicidio di una donna di 70 anni, uccisa a colpi di coltello in seguito a una rapina. La testimonianza principale a carico di Kendrick (all’epoca dipendente delle poste) era stata quella di un bambino di 10 anni, che aveva assistito alla scena dalla finestra di casa sua, al terzo piano di un palazzo a quasi 100 metri di distanza. Al momento di fare il “confronto all’americana”, il ragazzino aveva prima indicato un’altra persona, poi si era corretto puntando su Kendrick. E in seguito si è scoperto anche che era stato influenzato dagli agenti subito prima di entrare nella sala per il riconoscimento. Diversi anni dopo, ormai adulto, il testimone principale dell’accusa contro Kendrick ha ritrattato, ammettendo che non sarebbe mai stato in grado di riconoscere con certezza l’autore di quell’omicidio. Dunque l’ennesima testimonianza oculare sbagliata (uno degli otto motivi secondo John Grisham per cui un innocente può finire in carcere) stava per causare un danno irreparabile.

Per fortuna nuove indagini difensive condotte dagli avvocati di Innocence Project, l’organizzazione fondata da Barry Scheck e Peter Neufeld che da oltre 25 anni combatte contro gli errori giudiziari negli Stati Uniti, hanno raccolto nuove testimonianze a favore. In più, hanno consentito di effettuare il test del Dna, che ha confermato l’assoluta estraneità del signor Kendrick. 

Il 20 novembre 2020, subito dopo la sentenza di assoluzione definitiva, il giudice Joseph Zayas che l’aveva appena pronunciata si è rivolto all’ormai ex imputato con questa frase: «L’errore giudiziario di cui è rimasto vittima è stato monumentale. E c’è voluto tanto, troppo tempo per scoprirlo. Lei, signor Kendrick, non meritava tutto questo».

Il prossimo obiettivo potrebbe essere la richiesta di risarcimento. Ma da questo punto di vista non c’è alcuna certezza, viste le profonde diversità tra le normative vigenti su questo tema negli Stati Uniti.

 

(fonte: Innocence Project)

Ultimo aggiornamento: 21 novembre 2020

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