Questo è il racconto di uno dei più gravi errori giudiziari in Norvegia. La storia di un uomo costretto a passare ventun anni in carcere con l’accusa di aver commesso un reato doppiamente orribile: violenza sessuale e omicidio nei confronti di due bambine. Ebbene: quell’accusa era falsa. E così Viggo Kristiansen, oggi quarantatreenne, ha finito per passare metà della sua vita dietro le sbarre per un reato mai commesso.
La notizia è di questi giorni: la procura del Paese scandinavo ha ritirato ufficialmente e definitivamente ogni tipo di accusa nei confronti di Kristiansen, dopo aver riesaminato tutti gli elementi che avevano condotto alla sua condanna. E ora l’uomo, che aveva finito di scontare la pena lo scorso anno, può legittimamente presentare un’istanza di risarcimento per l’errore giudiziario di cui è rimasto vittima. L’avvocato punta a ottenere almeno 30 milioni di corone norvegesi, l’equivalente di circa 3 milioni di euro. La sua assoluzione dovrà comunque ancora essere stabilita definitivamente da un tribunale, ma con il ritiro delle accuse da parte della procura, non ci saranno sorprese.
Tra i più clamorosi errori giudiziari in Norvegia
La condanna di Viggo Kristiansen
La riapertura del caso
Le scuse del procuratore generale
Di fronte a uno dei più clamorosi errori giudiziari in Norvegia, il procuratore generale del Paese scandinavo, Jon Sigurd Maurud, si è sentito in dovere di fare qualcosa che in Italia è un’eventualità remota, se non proprio impossibile: le scuse alla vittima di questa lunghissima ingiusta detenzione. «Il caso ha avuto conseguenze profondamente tragiche, soprattutto per Kristiansen – che ha scontato più di 20 anni di carcere ed è stato quindi privato di gran parte della sua vita – e per i suoi parenti. Voglio quindi, a nome dell’accusa, porgere le mie più sincere scuse per l’ingiustizia inflitta», ha detto il procuratore generale ai giornalisti. In una differente occasione si sono scusati anche la polizia nazionale e il distretto di polizia che ha condotto le indagini. In Italia c’è un uomo che ha vissuto un’esperienza molto simile a quella di Kristiansen: si chiama Angelo Massaro, ha passato anche lui ventun anni in carcere, accusato anche lui di un omicidio mai commesso. Nel suo caso, però, nessuno degli investigatori e dei magistrati che lo arrestarono e lo condannarono si è mai sentito in dovere di porgergli delle scuse. Solo un giudice ha avuto il coraggio e la forza di farlo, al termine della proiezione di “Peso morto”, il docufilm dedicato alla sua vicenda. Ma non era tra quelli che contribuirono a uno dei più gravi errori giudiziari della storia italiana.
(fonti: Fidelity House, Today)