errori giudiziari in Gran Bretagna

Errori giudiziari, in Gran Bretagna i parlamentari uniti per combatterli

Immaginate se una pattuglia cospicua di nostri parlamentari di orientamento diverso, in numero sufficiente per formare un gruppo a sé alla Camera o al Senato, decidesse di impegnarsi contro gli errori giudiziari. Pensate se questi deputati e senatori organizzassero approfondimenti, convegni, studi, rapporti. E formulassero proposte di legge per limitare i casi di ingiusta detenzione, capire dove e perché si sbaglia di più, assicurare un futuro alle migliaia di persone riconosciute innocenti dopo il carcere ingiusto. Sembra un sogno impossibile, vero? In Italia, lo è. Altrove è realtà. Nel Regno Unito, dal novembre 2017 è attivo il Gruppo interparlamentare sugli errori giudiziari in Gran Bretagna (APPG, All Party Parliamentary Group on Miscarriages of Justice).

Una ventina di parlamentari britannici di tutti gli schieramenti (sia della Camera dei Comuni che della Camera dei Lord) ha deciso di impegnarsi concretamente, sul campo, per fronteggiare il problema: “Gli errori giudiziari hanno conseguenze devastanti per chi li subisce. È vitale che lo Stato faccia tutto il possibile per prevenirli; ma quando si verificano, lo Stato deve garantire meccanismi rapidi ed efficaci per correggerli. A oggi, questo non accade”, scrive nel manifesto costitutivo il presidente del Gruppo, Barry Sheerman.

Tutta l’attività viene raccolta in un rapporto annuale disponibile on line sul sito del gruppo APPG: oltre agli eventi e alle iniziative pubbliche, ci sono i resoconti di tutti gli incontri avuti con il ministro della Giustizia e con i rappresentanti della Criminal Cases Review Commission, l’organismo che si occupa di analizzare i processi potenzialmente suscettibili di revisione. Disponibili on line anche tutte le interrogazioni parlamentari sugli errori giudiziari in Gran Bretagna presentate dai membri del gruppo APPG, con le relative risposte dei ministri di volta in volta chiamati in causa.

Tutto all’insegna della massima trasparenza, con l’obiettivo primario di limitare gli errori giudiziari in Gran Bretagna, prevenirli laddove possibile e intervenire nel modo migliore a favore di chi ne è rimasto vittima.

In Italia è ipotizzabile qualcosa di simile? Ipotizzabile eccome, realizzabile in concreto decisamente meno. Per i tanti parlamentari sensibili a questi temi (l’onorevole Enrico Costa, ma diversi altri come lui), ce ne sono troppi altri che considerano l’argomento non così prioritario o, peggio, solo strumentale per fini politici e interessi di parte. Senza contare il clima di continuo conflitto che si è ormai instaurato in entrambi i rami del nostro Parlamento. E pensare che l’esempio da imitare, se non proprio copiare di sana pianta, sarebbe lì a portata di mano…

 

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