Ciao, Maestro: senza di te non saremmo qui

Se n’è andato Roberto Martinelli. Se n’è andato un fantastico cronista, un vulcano di idee, una burrasca di insulti amorevoli e consigli preziosi, feroci prese in giro e analisi lucidissime. Gli dobbiamo tutto, ma veramente tutto: la lampadina sugli errori giudiziari ce l’accese lui per primo. Da giovani giornalisti, ci fece il regalo più bello: averlo al timone lungo il percorso verso il nostro primo libro, Cento volte ingiustizia – Innocenti in manette, per il quale scrisse una prefazione piena di spunti di riflessione, documentata e attualissima.

Roberto Martinelli prefazione Cento volte ingiustiziaNon dimenticheremo mai il silenzio glaciale e concentrato con cui non perse neanche una battuta del nostro “Non voltarti indietro” che gli facemmo vedere in anteprima, il lampo di orgoglio negli occhi quando notò il tributo personale nei titoli di coda. Senza di lui non ci sarebbe questa pagina, non esisterebbe Errorigiudiziari.com, né tutto il resto di quello che facciamo per sensibilizzare l’opinione pubblica e aumentare la consapevolezza sul tema degli innocenti in carcere. Se Roberto Martinelli fosse ancora con noi, oggi, leggendo queste righe ci ruggirebbe addosso qualche epiteto dei suoi, condito dalla sua risata sonora che ci ha riempito di gioia tante volte. Ci sembra di sentirla, di vederlo ancora. E sarà impossibile dimenticarlo.

Roberto Martinelli e Benedetto LattanziAvvocato, vicedirettore del Corriere della Sera e capo dell’edizione romana de La Stampa, Roberto Martinelli non solo era stato artefice di grandi scoop, ma negli ultimi tempi si era occupato delle cause contro i giornalisti: un’ampia letteratura di citazioni civili e querele presentate dai magistrati contro quotidiani e settimanali, con risultati da record. “La professione del giornalista è cambiata”, amava ricordare, “un tempo eravamo noi a ‘rubare’ le carte. Oggi il pm te le passa e decide lui che cosa devi pubblicare”. Per Roberto erano “malcostume” le “conferenze stampa tenute da magistrati, carabinieri e polizia che raccontano per filo e per segno l’andamento dell’inchiesta”.

Cronista di razza, inviato speciale su tutti i più importanti fatti di cronaca nera e giudiziaria, era un giornalista generoso e impareggiabile (famoso anche per i suoi scherzi “diabolici”). E quanto fosse facile affezionarsi a lui lo ha dimostrato la folla di colleghi cronisti, avvocati, magistrati e amici che ha letteralmente invaso la chiesa romana in cui il 29 dicembre 2018 si sono svolti i funerali.

(Benedetto Lattanzi & Valentino Maimone)

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