NOSTRA ESCLUSIVA – Ingiusta detenzione, nel 2017 casi in aumento

Più innocenti finiti senza colpa in custodia cautelare, più soldi spesi dallo Stato in risarcimenti per ingiusta detenzione nel 2017. Basterebbero questi due elementi per riassumere il 2017 degli errori giudiziari in Italia. Ma l’anno che si è appena concluso ha riservato diversi altri spunti, per quanto riguarda le persone finite in carcere senza colpa. Il numero di vittime continua ad aumentare senza sosta, così come il denaro che viene versato nei loro confronti a titolo di risarcimento o indennizzo. Eppure questa emergenza sembra quasi non interessare gli addetti ai lavori, in particolare i magistrati. In occasione dell’ultima inaugurazione dell’anno giudiziario, il 26 gennaio in Cassazione, il tema degli errori giudiziari e delle vittime di ingiusta detenzione non è stato nemmeno sfiorato. E sapete perché? Perché le 1000 persone che finiscono in carcere ingiustamente ogni anno, e che per questo ricevono un risarcimento, secondo giudici e procuratori costituiscono un “dato fisiologico”, una sorta di “effetto collaterale” inevitabile di fronte alla mole di processi penali che si celebrano ogni anno nelle aule dei tribunali italiani. Con buona pace del danno inestimabile (e impossibile da risarcire) alle persone interessate, delle vite private e professionali distrutte, delle conseguenze psicologiche gravissime.

Come ogni anno, noi di  Errorigiudiziari.com abbiamo elaborato gli ultimi dati disponibili sulla ingiusta detenzione nel 2017 del Ministero dell’Economia, ricavandone indicazioni più che interessanti. Oggi cominciamo fornendo i numeri generali per fare il punto sul fenomeno nel 2017. Nei prossimi articoli entreremo più nel dettaglio, anche attraverso raffronti con le annate precedenti.

 

Ingiusta detenzione ed errori giudiziari: i dati complessivi

Negli ultimi 25 anni, dal 1992 a oggi,  26412 persone hanno subito una ingiusta detenzione, cioè una custodia cautelare in carcere o agli arresti domiciliari, prima di essere riconosciute innocenti con sentenza definitiva. Per risarcirli, lo Stato ha versato complessivamente poco meno di 656 milioni di euro.

Se poi si includono anche gli errori giudiziari in senso tecnico (cioè quelle persone che vengono condannate con sentenza definitiva, ma poi sono assolte in seguito a un processo di revisione perché si scopre il vero autore del reato o un altro elemento fondamentale per scagionarli), il numero delle vittime sale a 26.550, per una somma totale di 768.361.091 euro in risarcimenti versati dal 1992 a oggi. Parliamo dunque di una media annuale di oltre 1000 casi, per una spesa superiore ai 29 milioni di euro l’anno.

 

Ingiusta detenzione dati 2017

Ingiusta detenzione nel 2017: i casi

Lo scorso anno si è chiuso con un dato in aumento sia per quanto riguarda i casi di ingiusta detenzione nel 2017 (che hanno toccato quota 1013, contro i 989 registrati nell’anno precedente) sia per l’ammontare complessivo dei relativi risarcimenti (34.319.865,10 euro).

La città con il maggior numero di casi indennizzati è stata Catanzaro, con 158. Subito alle sue spalle c’è Roma (137) e a seguire Napoli (113), che per il sesto anno consecutivo si conferma nei primi tre posti. Da notare come nella top 10 dei centri dove è più frequente il fenomeno della ingiusta detenzione prevalgano le città del Sud: sono infatti otto su dieci, con le sole Roma e Milano a invertire la tendenza.

 

Ingiusta detenzione nel 2017: i risarcimenti

Ingiusta detenzione 2017 risarcimentiCatanzaro e Roma sono anche le città in cui lo Stato ha speso di più in risarcimenti liquidati alle vittime di ingiusta detenzione: nel capoluogo calabrese lo scorso anno si è fatta registrare la cifra monstre di circa 8 milioni e 900 mila euro, ben più del doppio di quanto si è speso per i casi della capitale (poco più di 3 milioni e 900 mila euro).

Al terzo posto Bari (con indennizzi versati per oltre 3 milioni e 500 mila euro) scavalca Napoli, quarta in classifica con più di 2 milioni e 870 mila euro.

 

 

Benedetto Lattanzi & Valentino Maimone

ultimo aggiornamento: 28 gennaio 2018

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