Errori giudiziari e ingiuste detenzioni, tutti i dati più aggiornati

Il viceministro della Giustizia, Enrico Costa

L’ultimo ministro della Giustizia a parlare pubblicamente di errori giudiziari e ingiuste detenzioni era stata Paola Severino. Tre anni fa, nella sua relazione alla Camera dei Deputati sullo stato della giustizia nel nostro Paese, aveva fatto esplicito riferimento alla spesa per lo Stato in risarcimenti (46 milioni di euro nel solo 2011) e al totale dei procedimenti (2369 nello stesso anno).

Ora l’attuale viceministro Enrico Costa fa molto di più: pubblica i dati più aggiornati, come noi di Errorigiudiziari.com stiamo cercando di fare da tempo, per tenere aggiornato il calcolo progressivo. E gliene va dato merito.

 

Più pagamenti

Con un’inversione di tendenza rispetto agli anni precedenti, nel 2014 sono aumentate le le somme spese dallo Stato per le riparazioni per ingiusta detenzione ed errore giudiziario. Secondo quanto fa sapere il viceministro Costa, “con 995 domande liquidate, per un totale di 35 milioni 255 mila euro, l’anno appena trascorso segna un incremento del 41,3% dei pagamenti delle riparazioni per ingiusta detenzione rispetto al 2013, che registrava l’accoglimento di 757 domande per un totale di 24 milioni 949 mila euro. Dal 1992 al 31 dicembre 2014, l’ammontare complessivo delle riparazioni raggiunge così i 580 milioni 715 mila 939 euro. Complessivamente, sono 23.226 le liquidazioni effettuate”.

 

I numeri nel dettaglio

Per quanto riguarda i dati a livello territoriale, il distretto di corte d’appello che ha avuto più risarcimenti per ingiusta detenzione nel 2014 è Catanzaro, con 6 milioni 260 mila euro andati a 146 persone. “Un’impennata che si regista anche a Napoli, per un totale annuo di 143 domande liquidate con 4 milioni 249 mila euro. A Palermo la cifra liquidata è pressoché equivalente (4 milioni 477 mila euro), a fronte però di meno della metà di casi di ingiusta detenzione (66). Roma, invece, ha prodotto 90 fascicoli per 3 milioni 201 mila euro”.

 

Ma il 2014 registra un incremento record dei pagamenti anche per i casi di errore giudiziario: “Si è passati dai 4.640 euro del 2013 (4 casi), al milione 658 mila euro andato lo scorso anno a 17 persone. È  stata infatti disposta una liquidazione per oltre 1 milione di euro a Catania; il resto è andato a 12 persone presso il Distretto di Corte d’appello di Brescia, 2 a Perugia e una rispettivamente a Milano e Catanzaro. Dal 1991 al 2014, per gli errori giudiziari sono stati liquidati 31 milioni 895 mila 353 euro”.

 

Costa: “Responsabilità dei giudici, lacuna da colmare”

«Sono numeri – commenta Costa – che devono far riflettere. Si tratta di persone che si sono viste private della libertà personale ingiustamente e per le quali lo Stato ha riconosciuto l’errore, disponendo il pagamento di una somma a titolo di riparazione. Non limitiamoci al mero dato statistico: dietro ciascuno di questi numeri c’è una storia personale, ci sono trepidazioni, ansie, che un assegno, anche di migliaia di euro, non può cancellare. Fin tanto che ci sarà anche un solo caso di carcerazione ingiusta, illegittima o ingiustificata, dovremo batterci con forza: la civiltà giuridica di un Paese si misura anche, e soprattutto, da questi indicatori.

Ma chiediamoci: di fronte a ciascuna di queste sentenze, di fronte talvolta a palesi errori di valutazione o ad atti di superficialità, paga solo lo Stato?. Purtroppo, nella maggior parte dei casi, pare proprio di sì, perché manca un automatismo che determini la trasmissione della sentenza che riconosce la riparazione per ingiusta detenzione agli organi che debbono valutare la sussistenza dell’azione disciplinare, come accade nel caso della legge Pinto. Questa lacuna va colmata».