Enrico Costa, viceministro della Giustizia
L’Associazione nazionale magistrati continua a fare muro contro il progetto di riforma della giustizia del ministro Andrea Orlando. Arrivando a non escludere lo sciopero come arma finale. Sotto accusa da parte del principale sindacato dei giudici, soprattutto l’idea di cambiare l’attuale normativa sulla responsabilità civile dei magistrati: una minaccia, sostiene l’Anm, contro la loro autonomia. Ma il viceministro della Giustizia, Enrico Costa, non arretra. E anzi cerca di spiegare meglio le ragioni che stanno spingendo il Governo verso un intervento sulla responsabilità civile: «Lo sciopero sarebbe stato uno strappo difficile da ricucire. Pertanto, è importante che non sia stata questa la decisione dell’Anm. Tuttavia, si registrano da parte dell’Associazione nazionale magistrati delle prese diposizione molto critiche nei confronti del testo sulla responsabilità civile».
«La legge sulla responsabilità civile dei magistrati – continua il viceministro Costa – non è un puntiglio del Governo, ma una risposta ai cittadini di fronte all’inefficace legge Vassalli, che ha determinato sei o sette risarcimenti in un quarto di secolo, ed una risposta alla Commissione Europea, che ha messo in mora l’Italia, che rischia, se inadempiente, di pagare oltre 37 milioni di euro».
«Il dialogo tra Anm e Governo – conclude il Viceministro della Giustizia – sarà importante e maggiormente produttivo se ci sarà l’occasione di affrontare anche altri profili critici, a partire dai numeri stratosferici emersi sulle ingiuste detenzioni, con oltre 20 mila casi di riparazioni in 23 anni e quasi 600 milioni di euro pagati dallo Stato».