Bruno Lago alla scrivania

“Vi dico perché sono convinto che la legge Vassalli va cambiata”

Bruno Lago è uno di quei pochissimi italiani che hanno avuto coraggio, ostinazione e tenacia a sufficienza per imbarcarsi in una causa contro lo Stato perché si ritiene danneggiato da un magistrato. Finito suo malgrado vittima di un errore giudiziario per una vicenda rispetto alla quale era del tutto estraneo, costretto agli arresti domiciliari da innocente, ha ricevuto un risarcimento per ingiusta detenzione irrisorio. E dopo tutto quello che ha passato, non ne vuole sapere di passarci sopra: ha citato in giudizio la Presidenza del Consiglio ai sensi della legge Vassalli sulla responsabilità civile dei magistrati. Quella stessa legge che lui stesso contesta perché poco efficace.

Bruno Lago tra le piante
Bruno Lago.

Dottor Lago, la legge Vassalli è stata riformata da poco: perché sostiene la necessità di modificarla di nuovo?

La legge Vassalli va cambiata perché le modifiche apportate sono totalmente insufficienti per raggiungere l’obiettivo pomposamente enunciato all’ art. 1 della riforma: “…al fine di rendere effettiva la disciplina che regola la responsabilità civile dello Stato e dei magistrati, anche alla luce dell’appartenenza dell’Italia all’Unione europea”. A parte la paradossale ammissione che la legge Vassalli – nata nel 1988 per effetto del referendum radicale sull’onda emotiva del caso Tortora – non avesse funzionato per quasi trenta anni, si è voluto gettare fumo negli occhi alla Commissione Europea, qualificando colpa grave la violazione manifesta del diritto dell’Ue come se questo non fosse incorporato nel diritto nazionale. Ma se con la vecchia legge la colpa grave richiedeva la negligenza inescusabile – interpretata dalla Cassazione come violazione grossolana e macroscopica della norma,  sollevando quasi sempre da colpe il magistrato – con la riforma sono stati inseriti i nuovi concetti di chiarezza e precisione delle norme e inescusabilità e gravità dell’inosservanza sui quali la Cassazione continuerà a esercitarsi con le interpretazioni più stringenti a tutela della categoria dei magistrati.

Bruno Lago e Valentino Maimone intervista legge Vassalli
Bruno Lago (a sinistra) con Valentino Maimone di Errorigiudiziari.com durante una diretta su Radio Radicale.

Dunque erano queste le ragioni per cui la legge non funziona?

Non soltanto. Oltre ai vari ostacoli mantenuti dalla riforma per la procedibilità del ricorso (impugnazioni e esperimento di tutti i rimedi da parte del cittadino), il problema non affrontato è la disparità  tra la posizione del magistrato tutelato dallo Stato e il cittadino che ricorre contro la Presidenza del Consiglio e il magistrato stesso. Il cittadino deve affrontare a proprie spese un giudizio lunghissimo (che può durare oltre 10 anni) e oneroso con il proprio avvocato, contro l’Avvocatura dell Stato che lo porterà sicuramente fino alla Cassazione in caso di giudizi sfavorevoli allo Stato in primo o secondo grado. Se poi lo Stato perdesse, gli occorreranno altri 10 anni per rivalersi parzialmente sul magistrato, in totale quindi circa 25 anni dopo l’errore commesso. Un deterrente potentissimo, per tutti coloro che volessero intraprendere una causa di questo tipo. Ed è proprio per denunciare questo disequilibrio tra il cittadino e la magistratura, che ho pensato di intraprendere una nuova azione.

Quale?

Oltre alla citazione contro la Presidenza del Consiglio secondo quanto disposto dalla legge Vassalli in vigore, ho anche presentato nell’estate 2018 una denuncia alla Commissione europea contro la Repubblica Italiana per il mancato recepimento dei principi della sentenza della Corte di Giustizia del 2011, quella che aveva portato alla riforma della legge Vassalli. Allora la Corte stabilì il principio per cui è lo Stato a dover rispondere degli errori di interpretazione dei propri magistrati nell’applicazione del diritto europeo. Ecco, secondo me nel nostro Paese questo principio non è affatto tenuto in conto. A tutto discapito dei cittadini.

Bruno Lago intervista
Bruno Lago durante un convegno.

Che cosa si aspetta?

Difficile prevederlo. Confido tuttavia nel fatto che, alla fine del 2018, anche il Partito Radicale ha presentato una denuncia analoga: mi auguro che ciò rafforzi le possibilità che la Commissione europea apra una procedura di infrazione nei confronti dell’Italia, così com’è accaduto prima dell’ultima modifica alla legge Vassalli. E che si faccia qualcosa per intervenire con cambiamenti più incisivi a favore del cittadino. Purtroppo è ormai chiaro a tutti che in questa materia qualsiasi riforma non può che venire da impulsi esterni, a causa delle resistenze nella magistratura e della incapacità della politica di trovare soluzioni.

 

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