Dobbiamo dire grazie a Fabrizio de Prophetis se 35 anni dopo il suo arresto ingiusto ha deciso di raccontare in un libro, “Colpevole d’innocenza” (Iacobelli editore – 2020, 15 euro), la sua disavventura con la giustizia. Grazie perché ci dà la possibilità di conoscere un’altra storia, l’ennesima, che neanche attraverso Google saremmo riusciti a scovare. Grazie perché con il suo prezioso contributo permette di aggiungere un ulteriore tassello all’opera di sensibilizzazione dell’opinione pubblica sul tema degli errori giudiziari e delle ingiuste detenzioni, una delle emergenze del sistema giustizia in Italia, che come associazione Errorigiudiziari.com portiamo avanti da oltre 25 anni.
Tutto inizia il 13 marzo del 1985, quando de Prophetis, apprezzato e stimato dirigente di Cassa Depositi e Prestiti, viene arrestato da militari della Guardia di Finanza con l’accusa di corruzione. Prelevato a casa davanti a moglie e figli, viene portato a Regina Coeli a bordo di una 127 Fiat colore bianco. Lungo il tragitto verso il carcere l’autoradio diffonde la cronaca della partita amichevole dell’Italia, quella di Bearzot, Rossi e Cabrini, contro la Grecia.
“Colpevole d’innocenza” è una sorta di diario che permette di rivivere, attimo dopo attimo, l’errore giudiziario vissuto da De Prophetis, rinchiuso 5 giorni nel penitenziario di via della Lungara a Roma, poi trasferito a Nuoro nel carcere di massima sicurezza di Badu ‘e Carros dove resta per 19 giorni e infine riportato nella Capitale dove trascorre 36 giorni agli arresti domiciliari. Pagina dopo pagina, con stile asciutto e scorrevole, in “Colpevole d’innocenza” l’autore racconta l’incredulità, la sofferenza, l’umiliazione patite nel corso di quei 60 giorni che sembrano lontanissimi, di un’altra epoca, ma che invece fotografano una realtà che si ripete ancora oggi, quotidianamente.
L’ordinanza di custodia cautelare contro de Prophetis si basava (come troppo spesso accade in questi casi) sulle dichiarazioni di un pentito (che poi risulteranno inattendibili), un ragioniere capo del Comune di Nuoro, condannato per peculato, falso ideologico, corruzione, concussione ed emissione di assegni a vuoto e su uno scriteriato esame da parte delle Fiamme Gialle dei movimenti del conto corrente bancario del dirigente di Cassa Depositi e Prestiti. Una serie di errori di valutazione da parte degli inquirenti che potrebbero provocare risentimenti e spirito di rivalsa da parte della vittima e invece, nelle 176 pagine del libro, l’autore non punta mai il dito contro chi ha provocato tutto questo, non usa mai una parola fuori posto, tutto è misurato.
«Che dire di questa avventura; comunque non mi lamento, penso infatti che a qualcuno sia andata molto ma molto peggio di me. Non nutro rancore, forse potrei prendermela con la giustizia, ma come si fa a recriminare nei confronti di un qualcosa che non esiste?», scrive amaro de Prophetis. E ancora: «Posso dire che “può accadere”; a me è accaduto ma non rimpiango nulla e sono completamente soddisfatto e felice di tutti gli avvenimenti, fatti e persone che hanno contribuito a farmi diventare quello che sono, a farmi trascorrere una vita eccezionalmente felice: moglie, figli, nipoti, amici, lavoro, colleghi, conoscenti e perché no, anche nemici», sottolinea l’autore che, nelle nelle ultime pagine del volume, pubblica alcune testimonianze di apprezzamento e solidarietà da parte di amici, conoscenti e colleghi di lavoro che aiutano a capire meglio, se mai ce ne fosse ancora bisogno, chi sia davvero Fabrizio de Prophetis.
(Ultimo aggiornamento: 25 settembre 2020)
LA PUNTATA DI EGTALKS CON L’INTERVISTA A FABRIZIO DE PROPHETIS ⬇️