Gigi Sabani

Gigi Sabani, vita e carriera stroncate da accuse ingiuste

Dici Gigi Sabani e la prima cosa a cui pensi è quella capacità innata di cogliere l’essenza dei personaggi che imitava, senza il bisogno di ricorrere a trucchi o camuffamenti. La seconda immagine di questo showman tanto celebre quanto bravo, misurato, mai volgare, è molto più triste: lo ritrae travolto da un’inchiesta (Vallettopoli) che sembrava fatta apposta per solleticare il gossip più morboso, infangato da accuse prive di senso e fondamento, costretto a una ingiusta detenzione a cui mai avrebbe immaginato di doversi sottoporre. E il paragone con Enzo Tortora è purtroppo inevitabile, quante analogie con l’indimenticato conduttore di “Portobello”: anche lui un uomo di spettacolo, anche lui inchiodato da accuse totalmente false (provini e raccomandazioni in cambio di sesso), anche lui distrutto nell’immagine, anche lui minato nella salute.

Qualcuno ha mai chiesto scusa per la gogna mediatica e giudiziaria a cui fu esposto Gigi Sabani? A parte un indennizzo come al solito risicato, tutto è rimasto come prima. Di Gigi Sabani rimane il ricordo. Qui di seguito, l’articolo che uscì il giorno della sua morte improvvisa, inaspettata, ma forse neanche troppo, visto quello che era già accaduto a Tortora e quello che aveva dovuto subire lo stesso Gigi.

 

Gigi Sabani
Gigi Sabani.

La vita stroncata, così come fu per la carriera. Gigi Sabani, 54 anni, è morto ieri sera in seguito a un infarto. Era a cena dalla sorella, nel quartiere Prenestino a Roma. Dieci anni fa, il coinvolgimento in una vicenda giudiziaria in cui si parlava di truffa a fini sessuali e induzione alla prostituzione: fu arrestato, ne uscì con un’archiviazione del procedimento e un risarcimento. Una brusca frenata per un successo che, dall’inizio degli anni Ottanta, lo aveva reso per quindici anni uno dei personaggi più popolari della televisione italiana.

Un forte dolore al braccio sinistro per tutto il giorno poi, dopo cena, il colpo. La sorella lo ha trovato in bagno, privo di sensi. Ha chiamato il 118 ma, al loro arrivo, i medici hanno potuto solo constatare il decesso dello showman. Sabani si era sentito male poche ore prima: intorno alle 20 era stato visitato, sempre in casa della sorella, da un medico, che tuttavia aveva escluso complicazioni. Nella tarda serata il malore, fatale. I funerali si terranno domani nella Chiesa degli Artisti in piazza del Popolo, a Roma.

Fra i tantissimi che hanno espresso il loro cordoglio, Valerio Merola punta direttamente l’indice sulla vicenda che vide coinvolto anche lui, insieme all’amico Sabani: “Questa morte ha una firma” dice. Non fa nomi ma il riferimento è al pm Alessandro Chionna, che condusse l’inchiesta sui cosiddetti “provini a luci rosse”, sorta di Vallettopoli ante-litteram. Una conferma nelle parole del figlio, Simone Sabani, 27 anni, che il presentatore aveva avuto dalla ex moglie Rita Imperi: “Il pubblico non ha mai abbandonato mio padre, ad allontanarlo sono stati i colleghi di lavoro”.

Al centro della storia, la scuola per modelle “Celebrità” di Biella, che avrebbe ospitato incontri privati fra le ragazze e uomini di spettacolo con l’obiettivo di ottenere contratti al cinema o in tv. Truffa a fini sessuali e induzione alla prostituzione: con queste motivazioni Sabani viene arrestato all’alba del 18 giugno del 1996. Lo mettono nei guai le dichiarazioni dell’allora minorenne Katia Duso, aspirante showgirl, che racconta al pm di approcci sessuali con Sabani, a Roma, nell’estate 1995, in cambio della promessa di un aiuto per lavorare nello spettacolo.

Gigi SabaniSabani viene scarcerato il 1 luglio dello stesso anno. Presenta denuncia per abuso d’ufficio nei confronti di Chionna (che l’anno dopo sposerà la sua ex-teste nell’inchiesta Anita Ceccariglia, per quattro anni compagna dello stesso Sabani). Il 13 febbraio 1997 arriva la richiesta di archiviazione nei suoi confronti, “la prima notizia bella dopo tanta sofferenza inutile”, commenta Sabani. Il gip di Roma, su richiesta del pm Pasquale Lapadura, il 18 febbraio 1997 archivia il procedimento. Sabani viene risarcito (24 milioni di lire) per tredici giorni di ingiusta detenzione.

Non amava ricordare quella vicenda. Così ne parla nel libro “Al cuor non si comanda – Vallettopoli 1” di Antonello Sarno, in uscita a ottobre: “Come morire a occhi aperti. Vedi quello che ti succede e non puoi farci niente. Anzi, una cosa la puoi fare: conti i buoni, pochissimi. La famiglia, poi Lino Banfi, Gianni Morandi, Arbore, Celentano, Cutugno e Maurizio, sì Costanzo, più degli altri. Poi i cattivi, cioè quasi tutti. Perché l’ambiente è una merda”.

Sabani aveva esordito in tv nel 1979, su RaiUno. Poi, si era fatto notare nella trasmissione radiofonica La Corrida condotta da Corrado. Pippo Baudo lo chiama a Domenica In. Partecipa anche alle edizioni 1981 e 1982, poi al varietà Fantastico. A metà anni Ottanta il passaggio a Mediaset, (Premiatissima, Ok il prezzo è giusto), il ritorno in Rai nel 1987. Nel 1991 è ancora a Domenica in, poi in altri programmi fino al ritorno a Mediaset, dove conduce (1995 e 1996) Re per una notte. Nell’estate 1996, lo scandalo.

Torna presto in tv, su Retequattro. Ma gli incarichi e lo stato d’animo non sono più gli stessi. “Il mio ricordo – dice Costanzo – va a quando, con il Maurizio Costanzo Show, cercai di ridargli forza perché fu travolto da uno scandalo finto, che non lo riguardava”. “Ha avuto un grande, meritato successo – commenta Pippo Baudo – era un buono e ha sofferto tantissimo quando è stato accusato ingiustamente. Quella cosa lo ha ferito, non se lo era mai dimenticato”.

Sulla stessa linea anche Giancarlo Magalli: quella vicenda, dice, “lo aveva danneggiato umanamente e artisticamente. Aveva un forte senso dell’amicizia, vide molti sparire e ci rimase male, io gli restai vicino, ma chi fa questo lavoro vive anche dell’amore e della fiducia del pubblico. Chissà se quello che è successo non sia la conseguenza di tante angosce che si è tenuto dentro”.

 

(fonte: La Repubblica , 5 settembre 2007)

Articoli correlati