errori giudiziari in Cina

Errori giudiziari, in Cina sono fuori controllo

La Cina detiene il record di condanne a morte nel mondo. Nel solo 2017, denuncia Amnesty International, ha eseguito da sola più pene capitali di tutti gli altri stati del mondo messi insieme (soprattutto Iran, Arabia Saudita, Pakistan e Iraq). Ora, però, si avvia a conquistare un altro record negativo: cresce infatti la preoccupazione per il numero di errori giudiziari  e di casi di ingiusta detenzione in Cina. Negli ultimi anni sono aumentate le false confessioni estorte agli imputati e si sono notevolmente ristretti i margini di manovra per le difese nei processi. Di conseguenza, le probabilità che la quantità di innocenti dietro le sbarre sono ormai altissime.

Come già accade nel vicino Vietnam (dove i giudici si scusano pubblicamente e i responsabili pagano), nel 2015 il giudice più importante del Paese, Zhou Qiang, si scusò pubblicamente per gli errori giudiziari del passato: “Proviamo un profondo rimorso per i casi di ingiusta detenzione. E ci adoperiamo costantemente affinché il problema venga risolto nel migliore dei modi”.

Huugjilt
Huugjilt

Intanto, però, aumenta l’insoddisfazione e a tratti la rabbia dell’opinione pubblica nei confronti del tema degli errori giudiziari. Tra i casi più celebri in Cina c’è quello che ha visto coinvolto Huugjilt, un adolescente originario della Mongolia, finito in carcere ingiustamente e condannato a morte per lo stupro e l’omicidio di una donna, ritrovata morta in un bagno pubblico il 10 giugno 1996. Il ragazzo aveva rinvenuto il cadavere e avvertito subito la polizia, ma non era servito a nulla proclamarsi innocente: era stato subito arrestato con l’accusa di essere il vero omicida.

L’esecuzione di Huugjilt avvenne due mesi dopo i fatti, mentre dovettero passare altri dieci anni e mezzo prima che arrivasse la confessione del vero autore del delitto, Zhao Zhihong, un serial killer noto alle autorità. Subito dopo, Huugjilt fu pubblicamente scagionato (nella foto grande, i parenti del ragazzo intervistati subito dopo la sentenza che lo scagionava da ogni accusa). Il suo è ancora oggi considerato tra i più gravi errori giudiziari in Cina negli ultimi decenni.

Nonostante i vertici della Giustizia governativa proclamino pubblicamente di volersi impegnare per limitare gli errori, gli osservatori nazionali e internazionali sostengono che in Cina le recenti riforme in questo senso non sono state applicate concretamente.

Jerome Cohen
Il professor Jerome Cohen della New York University School of Law.

“Le false confessioni ottenute con la forza non dovrebbero essere considerate prove. E invece la polizia in Cina ha la facoltà di ottenere ammissioni di colpevolezza ricorrendo alla tortura dei sospetti praticata anche per lunghi periodi”, ha commentato il professor Jerome Cohen della New York University School of Law.

 

(fonte: AFP, dicembre 2017)

ultimo aggiornamento: 28 gennaio 2018

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