Dietro quelle parole di Davigo
Da Calogero Mannino a Ilaria Capua, da Vasco Errani a Raffaele Sollecito. Quello che dice l’ex toga di Mani Pulite dimostra che la magistratura non ha intenzione di estirpare alla radice l’orrore della gogna mediatica.
Da Calogero Mannino a Ilaria Capua, da Vasco Errani a Raffaele Sollecito. Quello che dice l’ex toga di Mani Pulite dimostra che la magistratura non ha intenzione di estirpare alla radice l’orrore della gogna mediatica.
Applausi, tanto interesse e partecipazione convinta alla discussione seguita alla proiezione fuori concorso al festival internazionale del documentario “Visioni dal mondo – Immagini dalla realtà”
Il nostro docufilm sugli errori giudiziari e le ingiuste detenzioni in Italia selezionato per la sezione “Nuovo Cinema Italia”. Per il capoluogo campano è un’anteprima assoluta dell’opera del regista Francesco Del Grosso
Il primo docufilm sugli errori giudiziari mai realizzato in Italia ottiene due menzioni speciali, dalla giuria tecnica e dalla giuria giovane, al Premio Villanova Monteleone (Sassari)
Il primo docufilm sugli errori giudiziari in Italia, prodotto da Errorigiudiziari.com, ha ottenuto il premio come miglior documentario alla rassegna cinematografica della località campana
Un altro riconoscimento per il primo docufilm sugli errori giudiziari in Italia, selezionato fuori concorso al festival internazionale del cortometraggio e definito capace di “coinvolgere e sconvolgere lo spettatore”
Il primo docufilm sugli errori giudiziari in Italia, prodotto da Errorigiudiziari.com, continua a riscuotere consensi e riconoscimenti. Dal 25 al 31 luglio sarà in corsa per un premio nella rassegna di una delle più belle isole pontine
Che cosa prova chi finisce in carcere senza colpa? L’arresto all’alba, le impronte digitali in questura, l’ingresso in cella, i dubbi, i silenzi, le paure della vita in carcere. Finché l’errore viene a galla. E si torna alla realtà con una cicatrice che resterà per sempre. Vi presentiamo la nostra opera dedicata a tutti gli innocenti in manette.
Condannato all’ergastolo, dopo 9 processi era stato assolto perché la sua confessione era stata ottenuta con la tortura. I suoi avvocati avevano chiesto 56 milioni: “I giudici non hanno tenuto conto dei danni morali ed esistenziali. Faremo ricorso”.
Un semplice miliziano yemenita arrestato solo perché aveva il nome simile a una figura di primo piano di al Qaeda. In cella ha studiato inglese, cucina e arte. Quanti ce ne sono come lui?