errori giudiziari in Giappone

Un giorno in carcere da innocente in Giappone vale 30 euro

In Italia chi finisce in custodia cautelare, in carcere o agli arresti domiciliari, e in seguito viene assolto con sentenza definitiva, ha il diritto di richiedere un risarcimento. Le somme previste dalla legge per indennizzare una vittima di ingiusta detenzione non sono granché, è vero; ma sappiate che in alcune parti del mondo gli importi stabiliti per queste situazioni sono anche inferiori. E di molto. La storia che vi stiamo per raccontare ne è una prova lampante: chi resta vittima di uno dei tanti errori giudiziari in Giappone (l’unico Paese al mondo ad avere un giornale interamente dedicato all’argomento, per capirsi) riceve dallo Stato una somma molto bassa, che può diventare addirittura irrisoria se la vittima non ha un lavoro né un qualunque altro reddito.

Ladro di biciclette? No, innocente

Protagonista di questa paradossale vicenda è un uomo di 51 anni, che il 17 giugno 2020 viene fermato dalla polizia mentre sta usando una bicicletta verosimilmente abbandonata o smarrita a Higashiomi, una città della Prefettura di Shiga, poco distante da Kyoto. Gli agenti sono convinti che l’abbia rubata e non sentono ragioni: prima lo ammanettano, poi lo conducono in carcere. In cella il cinquantunenne resterà per ben 133 giorni, prima che il processo lo dichiari innocente.

Il risarcimento: non più di 99 euro al giorno

Non appena la sentenza che lo ha assolto diventa definitiva, i suoi avvocati presentano un’istanza di risarcimento per l’ingiusta detenzione sofferta. Potrebbe sembrare uno dei molti errori giudiziari in Giappone, ma siamo arrivati al punto che più ci interessa: la legge da quelle parti stabilisce che il governo debba versare all’innocente appena scarcerato un risarcimento fino a un tetto di 12.500 yen, l’equivalente di circa 99 euro per ogni giorno trascorso in cella senza colpa. Per darvi un’idea, in Italia lo stesso tipo di detenzione in carcere viene indennizzato con 235,82 euro (la metà, invece, se si è trattato di arresti domiciliari). Consapevoli dell’entità più che modesta degli importi, i legali dell’uomo hanno pensato bene di richiedere per il loro assistito la massima somma possibile, quantificata in circa 13.170 euro.  Ma i giudici della corte distrettuale incaricata di valutare la richiesta, l’hanno vista diversamente.

Risarcimenti più bassi ai poveri e ai disoccupati

Nonostante infatti siano emerse diverse falle nelle indagini che avevano portato all’arresto del cinquantunenne, la corte ha ritenuto di riconoscere all’uomo una somma che suona quasi come una beffa: 4160 euro in tutto, pari a poco più di 30 euro per ogni giorno passato dietro le sbarre da innocente. Ma a sorprendere ancora di più è il motivo alla base della decisione di liquidare una somma così bassa: secondo i giudici, poiché l’uomo al momento dell’arresto era disoccupato e non aveva altri redditi, il danno economico derivante da quell’ingiusta detenzione è stato limitato. Ecco perché 4000 yen, pari a 31,66 euro al giorno, devono essere considerati un risarcimento congruo.

(fonte: The Mainichi)

Ultimo aggiornamento: 1 febbraio 2021

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