errori giudiziari in Argentina

Gli errori giudiziari nel mondo: l’Argentina

Non esistono dati ufficiali sulle vittime di errori giudiziari in Argentina. Impossibile avere dalle fonti istituzionali un numero certo sulle persone che sono state detenute o lo sono tuttora per crimini che non hanno commesso. Si sa però che il 60% dei detenuti nelle prigioni del Paese sudamericano è in attesa di giudizio (in Italia, tanto per avere un’idea, sono il 34%). E che le organizzazioni per i diritti umani che lavorano su questo tema sostengono di ricevere dozzine di segnalazioni di casi ogni anno. Come spiega un’inchiesta del quotidiano nazionale “La Nacion”, è chiaro che si tratta solo della punta di un iceberg, un enorme problema la cui reale dimensione è invisibile: sarebbero molti di più, insomma, i casi di innocenti in carcere che non riescono ad arrivare alla luce del sole.

Marcos Milla
Marcos Milla, 22 anni, 4 anni in carcere innocente per una rapina e un omicidio mai commessi.

La Defensorìa presso la Corte Suprema di Giustizia della provincia di Buenos Aires (SCBA) registra dal 2000 a oggi 313 casi di errori giudiziari in Argentina. Il Centro de Estudios Legales y Sociales (CELS), invece, ha indagato su 19 casi dal 2014. L’Observatorio de Prácticas del Sistema Penal, circa 100. Mentre Innocence Project Argentina riceve 130 segnalazioni ogni anno (anche se molte di queste non soddisfano i suoi standard di ammissibilità).

Le cause del problema? Secondo gli esperti locali, c’è una serie di cattive pratiche radicate nel funzionamento della polizia e della magistratura argentine: anzitutto le false informazioni fornite dalla polizia, attribuite a testimoni dei quali è necessario tenere riservata l’identità; quindi il continuo ricorso a presunti informatori anonimi e non verificabili; poi le confessioni estorte con la forza e i falsi riconoscimenti oculari; infine, un modo scorretto e sbagliato di produrre, custodire e valutare le prove. Senza contare che il sistema giudiziario argentino è organizzato in modo tale che ottenere la revisione di una condanna è estremamente macchinoso.

Claudio Castro, 36 anni. Un mese in carcere da innocente per l'omicidio di un capitano di polizia a cui è risultato estraneo.
Claudio Castro

Anche i giudici contribuiscono ad alimentare gli errori giudiziari in Argentina: “Molti magistrati ricorrono troppo spesso e volentieri ai testimoni di giustizia, una figura istituita per le investigazioni contro la criminalità organizzata (per esempio il narcotraffico), ma non contro quella comune. Così l’imputato e la sua difesa non possono mettere in discussione la credibilità delle dichiarazioni dell’accusa che si basa su questo tipo di testimoni”, spiega l’avvocato Mario Coriolano. “Senza contare l’abuso della custodia cautelare, divenuto ormai molto frequente”, aggiunge l’avvocato Florencia Sotelo del Centro de Estudios Legales y Sociales, “e la scarsa professionalità degli investigatori. Ci sono casi in cui le tecniche investigative applicate sono davvero molto carenti, e ciò non consente di trovare il vero autore del crimine. Un diffuso abuso della custodia cautelare da parte dei giudici fa il resto”.

“Siamo sorpresi dal numero di casi che conosciamo di innocenti imprigionati”, dice Manuel Garrido, presidente di Innocence Project Argentina. “Il sistema non ha meccanismi prestabiliti per rivedere le condanne ingiuste, tutti gli incentivi previsti sono tali da non consentire la revisione”. Un esempio? Nei confronti di chi riconosce un crimine che pure non ha commesso, viene applicata una pena più leggera.

 

(fonte: La Nacion)

Ultimo aggiornamento: 19 febbraio 2018

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