Qual è il vero costo degli errori giudiziari? Quello puramente economico che compete allo Stato, sotto forma di risarcimento da versare a un innocente dietro le sbarre o di indennizzo per ingiusta detenzione a chi ha scontato la custodia cautelare in carcere o agli arresti domiciliari? O piuttosto quello che si ripercuote sulla singola vittima, sulla sua vita privata e personale, su quella professionale, sotto forma di conseguenze pratiche e psicologiche difficilmente riparabili con il solo denaro? In Italia il totale dei risarcimenti versati negli ultimi 25 anni agli innocenti finiti in carcere ingiustamente (tra errori giudiziari e vittime di ingiusta detenzione) è astronomico: oltre 760 milioni di euro. Eppure il valore del danno inferto a queste persone è infinitamente superiore. I danni collaterali degli errori giudiziari sono incommensurabili.
Negli Stati Uniti, dove gli errori giudiziari sono frequenti, ma non sottovalutati come da noi, un giornalista come Edward Pratt su “The Advocate” si è posto lo stesso interrogativo. E ha avuto l’idea di descrivere il vero costo della prigione per un innocente attraverso le parole di chi ha vissuto sulla propria pelle l’esperienza tragica di un errore giudiziario. Sono questi i danni collaterali degli errori giudiziari, che troppo spesso dimentichiamo o fingiamo di non considerare.
Leggete queste tre frasi: non vi servirà altro per capire che non esiste nessuna somma al mondo capace di risarcire una ferita così profonda.
“Sì, sono libero. Ma non posso certo tornare indietro per fare tutto quello che avrei dovuto e potuto fare quando avevo 35, 38 o 40 anni”.
(Glenn Ford, 30 anni nel braccio della morte da innocente per un omicidio mai commesso. Scagionato e libero a 64 anni)
“Vorrei solo sapere perché i procuratori che hanno nascosto le prove mandandomi in prigione per qualcosa che non ho fatto, non sono loro stessi in prigione. Nessun’azione disciplinare, nessun procedimento penale nei loro confronti. Nessuno di loro ha perso il lavoro per questo”.
(John Thompson, 18 anni in carcere da innocente, di cui 14 nel braccio della morte, per un reato mai commesso. Scagionato e libero dal 2003)
“Ora voglio solo vivere in pace. Non ho tempo per pensare al fatto di essere stato in carcere per qualcosa che non ho mai commesso. So solo che in quella prigione sono rimasti ancora diversi innocenti”
(Clyde Charles, condannato all’ergastolo per stupro, 18 anni in carcere da innocente prima di essere scagionato e liberato).