Due settimane e mezzo in carcere per sbaglio: lo spacciatore non era lui

Storia di un giovane operaio incensurato, 16 giorni in cella da innocente per un evidente scambio di persona: dietro le sbarre non gli è stato permesso di telefonare ai genitori.

SCHEDA

Nikola Vuckovic

Altavilla Vicentina (Vicenza)
  • Anno
  • 2021
  • Reato
  • Spaccio di sostanze stupefacenti
  • Avvocato
  • Eduardo Mele
  • Giorni di detenzione in carcere
  • 16
  • Errore
  • Indagini mal condotte
  • Risarcimento
  • Concesso
Nikola Vuckovic ingiusta detenzione
Nikola Vuckovic

Lo hanno arrestato perché assomigliava al vero sospettato. Lo hanno chiuso in un carcere per sedici giorni consecutivi, senza neanche dargli la possibilità di telefonare ai suoi genitori. Lo hanno accusato di spaccio di droga insieme con diverse altre persone che lui non aveva mai visto né conosciuto. È stato un incubo, quello vissuto da Nikola Vuckovic, un ventiquattrenne di famiglia serba, ma nato ad Arzignano e residente ad Altavilla Vicentina con un regolare lavoro da operaio e un certificato penale da perfetto incensurato. Ne è uscito solo grazie alla tenacia e all’ostinazione del suo legale, l’avvocato Eduardo Mele, che è riuscito a portare alla luce, uno per uno, tutti gli elementi che rendevano evidente fin dal primo momento che Nikola non era affatto la persona che gli inquirenti stavano cercando. Non gli assomigliava, non aveva niente a che fare con le accuse nei suoi confronti.

Ma procediamo con ordine. Nikola Vuckovic viene arrestato dalla Guardia di Finanza all’alba dell’8 giugno 2020. Gli investigatori sono convinti che sia lui la persona immortalata dalle microcamere piazzate ad hoc durante l’indagine, mentre è intenta a scaricare involucri di droga in un garage adibito a magazzino.  Ma si sbagliano di grosso. Già un particolare dovrebbe far saltare loro la pulce nell’orecchio: Nikola ha sì la barba come la persona ricercata dalla Guardia di Finanza, ma è decisamente più lunga. Gli investigatori lo vedono entrare più volte in un palazzo dove effettivamente, per qualche tempo, abita anche la persona che stanno cercando; ma il caso vuole che in quell’edificio abitino i genitori di Nikola, che lui va spesso a trovare, specie all’ora di pranzo. E ancora: dell’altra decina di persone arrestate nella stessa operazione, il giovane non conosce né ha mai avuto alcun rapporto, neanche un fugace scambio di messaggi, con nessuno. Niente da fare: Nikola Vuckovic finisce nel carcere di Rovigo.

Qui gli viene negata la possibilità di contattare telefonicamente i suoi genitori. Ufficialmente la causa sono le restrizioni imposte dalla pandemia, ma non si vede quale problema avrebbe potuto causare una semplice chiamata. All’indomani dell’interrogatorio di garanzia, durante il quale cerca di spiegare le proprie ragioni, la custodia cautelare in carcere viene confermata.

L’avvocato Mele cerca in tutti i modi di evidenziare il clamoroso scambio di persona, ma non c’è niente da fare: la sua istanza di scarcerazione verrà respinta. E Vuckovic dovrà restare in carcere ben sedici giorni, prima che il grave errore risulti in tutta la sua evidenza.

Nel settembre 2020 la procura si rende finalmente conto dello sbaglio e chiede l’archiviazione. Il giudice la firmerà un mese dopo.

Non appena il provvedimento diviene irrevocabile, l’avvocato Mele presenta un’istanza di riparazione per ingiusta detenzione: i sedici giorni trascorsi in carcere dal suo assistito meritano un indennizzo, sia per il danno materiale che per quello d’immagine subìto dal giovane. E il 27 ottobre 2021 la Corte d’Appello di Vicenza accoglie la richiesta, disponendo la liquidazione a favore di Nikola Vuckovic di una somma superiore a quella che sarebbe risultata attenendosi soltanto ai minimi di legge.

Nikola Vuckovic è stato ospite di una puntata della rubrica EGTalks, dove ha raccontato nei dettagli la sua esperienza.

 

Benedetto Lattanzi e Valentino Maimone

Ultimo aggiornamento: 4 novembre 2021

 

⬇️ LA PUNTATA DI EGTALKS CON NIKOLA VUCKOVIC ⬇️

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