All’inaugurazione dell’anno giudiziario 2022 di Catanzaro, il Presidente della Corte d’Appello, Domenico Introcaso (nella foto), ha lamentato «semplificazioni alimentate dal luogo comune» per come i media trattano il tema dell’ingiusta detenzione (fenomeno che vede il suo distretto da sempre tra i più colpiti).
Per il presidente Introcaso, i media si occupano dell’attività della magistratura in modo orientato «alla ricostruzione dei fatti e delle responsabilità secondo semplificazioni alimentate dal luogo comune, alla ricerca di responsabilità continue e sostanzialmente elusive dei problemi reali».
Ancora il Presidente della Corte d’Appello di Catanzaro: «Vengono in mente i risarcimenti da ingiusta detenzione disposti dalla Corte, inseriti in un cono di luce spazio-temporale assolutamente incongruo e legato alla camera dell’eco». Come a dire: i media parlano di indennizzi in modo tendenzioso.
«Offro un dato sintetico», ha aggiunto Introcaso, «nell’anno 2020 sono stati liquidati € 2.066.343,82 per ingiuste detenzioni risalenti a un arco temporale tra l’anno 2000 e l’anno 2015 relativi a tutti i tribunali del Distretto, salvo due rientranti nell’anno 2016 e 2017 e altro del 2017».
Ricapitolando: 2 milioni di euro per indennizzare vittime di ingiusta detenzione dell’arco di 15 anni, provenienti da tutti i tribunali che compongono il Distretto di Catanzaro. La situazione, stando alla ricostruzione del presidente Introcaso, sarebbe dunque molto meno grave di quella che i media descrivono.
Ma qualcosa non torna. Non conosciamo la fonte dei dati del Presidente della Corte d’Appello calabrese, ma quella dei numeri in nostro possesso è il Ministero dell’Economia. E dice per esempio che nel solo 2020, a Catanzaro, sono stati disposti indennizzi per un totale di € 4.584.529 (dunque più del doppio del dato fornito dal Presidente Introcaso).
Impossibile sapere a quali anni facessero riferimento i casi di ingiusta detenzione liquidati con quella somma nel 2020. Ma se anche fosse confermato il dato del Presidente (cioè i 2 milioni per casi che coprono un arco di 15 anni), come si spiegherebbero le somme altissime che ogni anno vengono versate a Catanzaro?
Qualche esempio: nel 2019 furono 4.458.727 euro gli indennizzi per ingiusta detenzione a Catanzaro. Nel 2018 addirittura 10.378.137 euro (seconda somma più alta di sempre in Italia). Nel 2017, 8.866.154 euro. Nel 2014, 6.260.059 euro. Negli ultimi 9 anni (2012-2020) quasi 51 milioni di euro. E questo senza naturalmente tener conto di quell’esercito di innocenti invisibili che sfuggono alle statistiche.
Se restiamo agli ultimi 9 anni (2012-2020), Catanzaro ha avuto il maggior numero di casi di ingiusta detenzione in Italia tre volte: nel 2018, nel 2017 e nel 2014. Nel 2016 è stata al secondo posto. Gli altri anni, sempre nella top 10.
Ci rendiamo conto che il Distretto di Catanzaro lavora in condizioni di estrema difficoltà: «Abbiamo un indice di alternanza dei magistrati del 42 per cento e una vacanza del 25 per cento», ha spiegato il presidente Introcaso. E questo rende evidentemente tutto più difficile, in una regione che – ricordiamolo – da sola assorbe ogni anno circa un terzo del totale degli indennizzi per ingiusta detenzione versati dallo Stato.
Non dubitiamo certo della qualità dei dati che ha fornito pubblicamente il Presidente. Ma, qualora fosse disponibile, accetteremmo volentieri un confronto con il dottor Introcaso: non riusciamo davvero a capire come possa definire «semplificazioni alimentate dal luogo comune» e valutazioni «incongrue», legittime preoccupazioni basate sui numeri.
Benedetto Lattanzi e Valentino Maimone
(fonti: Agi, La nuova Calabria)