Texas, sì alla legge contro gli errori giudiziari

Michael Morton

Il governatore del Texas Rick Perry ha ratificato, in una cerimonia pubblica, il “Michael Morton Act”, una legge intesa a ridurre il rischio di errori giudiziari. Il ddl, proposto alla Camera dalla democratica Ruth Jones McClendon (HB 166) e al Senato dal Democratico Rodney Ellis e dal Repubblicano Robert Duncan (SB 1611), entrerà in vigore il 1° settembre, e consentirà ai difensori di avere accesso a tutti gli atti afferenti al processo,compresi gli interrogatori di polizia e le testimonianze raccolte durante le indagini.

 

La legge prende il nome da Michael Morton, condannato all’ergastolo nel 1987 per l’omicidio della moglie, e scarcerato, dopo il completo proscioglimento, 25 anni più tardi, nel 2011, grazie a nuovi test del Dna. Dalla rilettura degli atti si era capito che già all’epoca del processo la pubblica accusa era in possesso di elementi che escludevano la colpevolezza di Morton.

 

In teoria la Corte Suprema degli Stati Uniti già nel 1963, con la sentenza Brady v. Maryland, aveva indicato che la pubblica accusa doveva fornire ai difensori qualsiasi elemento “rilevante ai fini del processo”, ma la nuova legge integra quella dicitura consentendo ai difensori di avere accesso anche a tutti gli atti di polizia, alle testimonianze in qualunque modo raccolte, e a tutto ciò che possa interessare non solo l’effettiva colpevolezza dell’imputato, ma anche la seconda fase del processo, quella in cui si determinano eventuali attenuanti.

 

La nuova legge è stata salutata molto positivamente da Kathryn Kase, direttrice del Texas Defender Service, l’associazione non-profit di aiuto legale che integra la difesa d’ufficio dei condannati a morte: “Questo è un grande giorno per la correttezza processuale in Texas. Questa legge ridurrà gli errori giudiziari, ed è un qualcosa di cui tutti possiamo essere orgogliosi”.

 

Il Texas, secondo il Registro Nazionale degli Esonerati elaborato dal DPIC, ha avuto 119 casi di proscioglimento dopo che la condanna era diventata definitiva. Di questi casi, 12 hanno riguardato condannati a morte dal 1973 ad oggi.

 

(fonte: Nessuno tocchi Caino, Agenzia radicale, 23 maggio 2013)