Luciano Rapotez, una vita contro gli errori giudiziari
Accusato di un triplice omicidio mai commesso, costretto a confessare sotto tortura. Ricordo di un uomo simbolo della battaglia contro gli innocenti in carcere
Accusato di un triplice omicidio mai commesso, costretto a confessare sotto tortura. Ricordo di un uomo simbolo della battaglia contro gli innocenti in carcere
Fu costretto a confessare un omicidio mai commesso dopo aver subito torture. Per 60 anni ha cercato di ottenere giustizia in ogni sede, ma nessun risarcimento gli è mai stato concesso dallo Stato
Luciano Rapotez, operaio muggesano, comunista ed ex partigiano, fu arrestato nel 1955 con quattro compagni, con l’imputazione di essere autore di un tuttora oscuro triplice omicidio: il delitto Trevisan, del 1946. Nella questura triestina fu sottoposto a 96 ore di tortura, poi a 32 mesi di detenzione, prima dei processi in Corte d’assise che sancirono la sua piena assoluzione. Il volume (a cura di Gloria Nemec, con saggi di Alessandro Giadrossi e Gloria Nemec) non si limita al “caso Rapotez”, ma lo pone al centro del contesto più ampio del dopoguerra giuliano.
Accusato di un triplice omicidio, restò in carcere per tre anni. Poi fu assolto ma perse moglie e figli. A 92 anni chiede ancora giustizia