La giustizia e la memoria. Luciano Rapotez, un caso giudiziario del dopoguerra

Divenuto ormai personaggio pubblico per la sua battaglia civile contro la tortura di Stato e per il risarcimento delle vittime di abusi giudiziari, il novantenne Rapotez ha parlato più volte del suo caso, offrendo – a dispetto di ogni retorica sulla riconciliazione – un esempio di memoria non pacificata e proterva. Qui la sua narrazione autobiografica fronteggia la metà più travagliata del secolo scorso ed è al centro di una ricerca storico-sociale e giuridica che la colloca entro le specificità non eludibili relative al confine orientale. Si transita dalla rievocazione idilliaca dell’habitat naturale e umano del Muggesano dell’anteguerra, al faticoso incedere dei percorsi resistenziali, all’intreccio giallistico di un triplice delitto, all’orrore delle torture e dell’ingiusta detenzione, ad una vicenda processuale ancora attuale sotto l’aspetto giuridico, politico e civile, ai costi umani di un marchio d’infamia che motivò l’emigrazione.

 

Gloria Nemec (Trieste 1954), insegnante e ricercatrice di storia sociale, collabora con l’Istituto regionale per la storia del movimento di liberazione nel Friuli-Venezia Giulia e con l’Istituto regionale per la cultura istriana. Ha avviato diverse raccolte di testimonianze orali sulla storia del movimento operaio triestino e isontino e nell’ambito dell’”Archivio per la memoria dell’esodo”; sulla storia orale ha tenuto corsi d’aggiornamento per insegnanti e seminari universitari. E’ autrice di svariate pubblicazioni, anche sulla storia della psichiatria, in riviste regionali e nazionali ed in volumi collettanei.

 

(Fonte: giustiziaememoria.wordpress.com, 11 ottobre 2011)