Ingiusta detenzione, 3 poliziotti risarciti con 250 milioni di lire

Peggio della giustizia lenta c’è solo la giustizia sbagliata. E se c’è un caso recente che ha riassunto i due vizi, è quello che ha coinvolto tre poliziotti in servizio all’allora commissariato di via Baldinucci, a Prato. I tre furono arrestati il 30 settembre 1992 e accusati di associazione a delinquere finalizzata al traffico di stupefacenti insieme a una novantina di altri imputati. Condannati in primo grado, nel 1999, a pene oscillanti tra gli otto anni e i sei mesi, i tre sono poi stati assolti in appello il 6 ottobre 2000, otto anni dopo gli arresti. Nel frattempo si erano fatti un anno di galera e cinque anni di sospensione dal servizio.
Allontanati da Prato, sono poi tornati nella nuova Questura e hanno ricominciato da dove erano rimasti, ma avevano un conto in sospeso con la giustizia e non se ne sono dimenticati. Gli avvocati difensori Alberto Rocca, Massimo Taiti, Giannetto Guarducci e Luca Brachi, gli stessi che avevano assistito i tre poliziotti nel lungo processo per i fatti di droga, hanno presentato e vinto tre ricorsi alla Corte d’appello di Firenze per la riparazione dell’ingiusta detenzione. Lo scorso 28 settembre i giudici fiorentini hanno accordato a uno dei tre ispettori un indennizzo di 250 milioni, più di quanto gli sarebbe spettato in base al calcolo aritmetico di legge (166 milioni per ogni anno di custodia cautelare). L’aumento è stato giustificato dal presidente Bruno Loche col fatto che il ricorrente non era un cittadino qualunque, ma un poliziotto che per questo aveva pagato un prezzo superiore in termini di discredito “derivante dalla natura dei reati, particolarmente infamante”. Stesso indennizzo, 250 milioni, è stato accordato a un altro dei tre ispettori, mentre il terzo ha ottenuto soltanto 175 milioni. La differenza, per lui, è che il suo ricorso è stato esaminato da un’altra sezione della Corte d’appello, ma forse hanno pesato anche altre ragioni. Tutti e tre i poliziotti, comunque, potrebbero appellare la sentenza per ottenere un indennizzo maggiore. Il primo aveva già ottenuto un rimborso di 5 milioni dal tribunale di Genova per i tempi eccessivamente lunghi del processo.

 

(Fonte: Il Tirreno, 16 novembre 2001)