Per 13 giorni in carcere con l'accusa di stupro: ma lei era consenziente

Tredici giorni dietro le sbarre, con l’accusa di aver stuprato una connazionale, una 19enne. Poi l’uomo, un rumeno di 31 anni, viene scagionato, e il fascicolo archiviato. Ma quelle due settimane di carcerazione gli hanno provocato ”gravi danni patrimoniali e morali”, ”perdita di immagine, di occasioni, di prestazione di lavoro autonomo e subordinato e di opportunità di relazioni sociali”. Per questo l’uomo chiede oggi 60mila euro di risarcimento.

L’uomo, incensurato, che risiese a Cervia, ha chiesto dunque alla corte d’Appello di Bologna un indennizzo per ingiusta detenzione. L’avvocatura dello Stato, pur non opponendosi alla richiesta, ha chiesto che la cifra venga ridimensionata. I giudici si sono riservati la decisione. L’ordinanza è attesa per i prossimi giorni.

La vicenda era partita nel 2008, quando la ragazza aveva raccontato ai carabinieri che il 27 agosto di quell’anno era stata avvicinata fuori da una discoteca del Cervese da quell’ uomo mai visto prima. Secondo la denuncia, l’uomo, dopo averle dato un passaggio in auto, l’aveva costretta a salire in casa, dove l’aveva violentata. Il mattino seguente lei era riuscita a scappare dall’appartamento ed era corsa alla più vicina caserma dell’Arma. Dopo qualche giorno, in esecuzione al provvedimento di custodia cautelare in carcere emesso dal Gip di Ravenna, l’ operaio era stato arrestato. Però già durante l’interrogatorio di garanzia aveva spiegato che quella connazionale, con la quale aveva avuto una relazione clandestina, lo aveva denunciato solo per gelosia nei confronti della compagna ufficiale. Ma soprattutto aveva raccontato di una sua passione segreta: riprendere di nascosto alcuni dei suoi rapporti sessuali. Il video di quella notte, seppure di bassa qualità ma chiaro nei contenuti, lo aveva fatto uscire di prigione.

(fonte: La Repubblica Bologna, 28 gennaio 2011)