La Malagiustizia – Spaccato del sistema Italia alla deriva

“I casi di malagiustizia nel nostro paese non sono certamente pochi visto econsiderato il numero rilevantissimo di errori giudiziari per i quali nessun magistrato ha pagato di tasca propria alcunchè ai tanti cittadini danneggiati, mai risposto per gli anni di galera fatti ingiustamente patire e scontare, magari come di recente  successo a Roma per uno scambio di foto ,alle tante vite spezzate da una funzione giurisdizionale esercitata in maniera non irreprensibile. La Legge non  uguale per tutti ed il caso rappresentato da Giacomo Saccomanno e Nino Sangerardi ne costituisce riprova emblematica”.  Sono parole del prof. avv. Luciano Maria Delfino, docente Università Luigi Bocconi di Milano e coordinatore scientifico della Corte Arbitrale Europea, che si leggono nell’introduzione al libro ” La malagiustizia. Spaccato del sistema Italia alla deriva”, scritto da Giacomo Saccomanno (avvocato) e Nino Sangerardi ( giornalista), pubblicato da Laruffa Editore.

 

Centoventisei pagine in cui si racconta, documenti alla mano, la storia giudiziaria e umana di Giovanni De Blasiis: “Uomo lontano dalle logiche affaristico-clientelari, al contrario convinto assertore di valori universalmente condivisi e di principi di legalità, di etica, di onestà  e di rispetto dell’altro, che improvvisamente precipita nella scatola chiusa della solitudine umana, nei crateri bui del non  senso, in cui la mente e il sentire diventano preda della disperazione… il suicidio di De Blasiis non deve essere interpretato come un atto di vigliaccheria, determinato dalla fragilità umana, ma come un atto di protesta verso l’ingiustizia subita, un modo onorevole per dare voce alla disperazione del suo cuore, continuando a credere nella giustizia, nonostante tutto!”, sottolinea nella prefazione Maria Rosaria Russo, dirigente Istituto Superiore “R.Piria” di Rosarno.

 

Un caso di malagiustizia che non solo ha rovinato l’esistenza di una intera famiglia, ma ha dimostrato che in questa Italia vi è un sostegno all’illlegalità e una vera contrapposizione nei confronti delle persone che, invece, vorrebbero solamente, con mentalità civica, il rispetto delle regole da parte di tutti. Ma le lobby, i poteri forti, gli affari, il denaro, gli interessi personali, lo spoglio della cosa pubblica — tanto è di tutti–,  le collusioni, la mancanza di controlli, l’isolamento della parte sana della società, la rassegnazione, la paura hanno dimostrato di essere più forti e spesso si integrano con porzioni di Stato e dei suoi Organi più rappresentativi. Chi dovrebbe garantire il rispetto delle Leggi oggi, spesso, evita di applicarle. O, comunque, non ha nessuna responsabilità in caso di violazione di queste. Saccommano e Sangerardi si chiedono e chiedono: può ritenersi questo uno Stato democratico  e civile? Ultimamnete fiumi di parole, riforme pazzesche per interi settori degli Organi istituzionali fondamentali, mancanza di serenità nelle decisioni, assenza della dovuta autorevolezza delle parti, ha portato ad una involuzione del sistema democratico italiano. Basterebbero, per esempio, poche parole per risolvere quasi tutti i problemi.

 

Ecco: ” Ogni soggetto che opera nel sistema giudiziario, ferme restando le attuali sanzioni amministrative, contabili e penali,è direttamente responsabile dei danni causati alle altre parti o a terzi, se ha operato con colpa grave o dolo”.  Una semplicità che,purtroppo, risulta difficile a farsi. Sperando che, prima o poi,diventi realtà al fine  di lenire, in minima parte, le ferite indicibili causate alle tante vittime della mala giustizia italiana.Vittime che si vuole seppellire dentro la palude degli abusi di potere e negli abissi dell’indifferenza sociale e della disinformazione. Il libro di Saccomanno e Sangerardi è anche un tentativo di serbare memoria e contemporaneamente aprire un dibattito tra tutte le persone veramente libere che vogliono partecipare alla eliminazione di un assurdo privilegio che in nessun Stato democratico e civile  del mondo esiste.