Falsi abusi, 299 mila euro a due maestre di Brescia

Nessuno potrà restituire il lavoro che amavano, nessuno potrà cancellare le umiliazioni, la rabbia, i mesi in galera, gli insulti e le minacce delle altre detenute. Nessuno potrà restituire loro la serenità, non potranno riavere la vita di prima, non potranno cancellare la paura, l’ansia, gli anni di processi, ma una parte della sofferenza è stata riparata.
I GIUDICI della corte d’appello di Brescia hanno accolto la richiesta di «riparazione per l’ingiusta detenzione» presentata lo scorso 14 marzo da due insegnanti della scuola materna comunale Sorelli accusate di aver abusato dei bambini che erano incaricate di accudire, detenute per dieci mesi e ai domiciliari per un altro anno e assolte in tutti i gradi di giudizio. Assistite dagli avvocati Massimo Bonvicini e Elena Frigo e Piergiorgio Vittorini e Paolo De Zan, le due maestre hanno ottenuto la riparazione. I giudici hanno stabilito che lo Stato deve risarcire a ogni maestra 299.520 euro. L’ordinanza è già esecutiva.
«È un decisione molto importante», commenta l’avvocato Bonvicini. Le maestre non hanno ottenuto il massimo (500mila euro) ma la cifra corrisposta per ogni giornata di detenzione ingiusta è stata raddoppiata. La scelta dei giudici (Enzo Rosina, presidente, con Anna Maria Dalla Libera e Carlo Bianchetti) dipende dal fatto che le due insegnanti si sono difese fin dalla prima fase dell’inchiesta ricorrendo al tribunale del riesame, che la detenzione è stata piuttosto prolungata (con settimane di isolamento e parte dei domiciliari in versione “ristretta”), che per le due insegnanti è stato impossibile essere reintegrate nella precedente attività lavorativa e che le accuse erano particolarmente infamanti.
Ma le accuse non hanno retto: le due maestre, con gli altri imputati, sono state assolte in primo grado; l’assoluzione è stata confermata in appello e diventata definitiva lo scorso maggio con la conferma dei giudici di Cassazione. Per i giudici alla scuola Sorelli «non ci fu alcun abuso sessuale sui bambini».
E le due maestre, una di 57 e una di 59 anni, hanno quindi ottenuto che lo Stato ripari il danno subito con l’ingiusta detenzione.
Le indagini sull’intero corpo docenti e non docenti della scuola comunale «Sorelli», nel centro storico cittadino, erano iniziate nel maggio del 2003, dopo la denuncia sporta da una famiglia. Qualche mese dopo, a settembre, le due maestre erano state arrestate e rinchiuse in cella. A loro sostegno c’era anche stata una fiaccolata all’esterno del carcere di Verziano, dove le maestre erano detenute in isolamento.
UN ANNO DOPO, nel giugno 2004, la procura aveva chiuso le indagini per sei maestre, tre bidelli e tre sacerdoti per abusi su 23 bambini, commessi all’interno della scuola, ma anche in luoghi esterni all’edificio scolastico. A luglio, dopo dieci mesi di detenzione, le due maestre avevano ottenuto i domiciliari ristretti. A settembre gli indagati avevano chiesto di essere processati al più presto e a novembre era iniziato il processo per otto imputati (sei maestre, un bidello e un sacerdote). Nel luglio del 2005 le due maestre erano tornate libere, nel febbraio 2007 la procura aveva chiesto una condanna di 125 anni per gli imputati, ma i giudici di primo grado, il 7 aprile del 2007, avevano emesso un verdetto di assoluzione, confermato nell’ottobre del 2008 in appello e nel maggio scorso dalla Cassazione. Ora l’ultimissimo atto: per i giudici lo Stato deve riparare il danno.
(Fonte: Brescia Oggi)