L'affaire Dreyfus. Un errore giudiziario

Figura straordinaria questo Bernard Lazare che ancor prima di Zola si attiva in quel ruolo che fu di Voltaire e di Hugo e che sarà poi di Sartre: quello dell’uomo di cultura che agisce all’interno della società in cui vive, che prende posizione e interviene per affrontare questioni solo apparentemente estranee alla sua professione. Nato nel 1865 a Nîmes, da una famiglia della piccola borghesia ebraica, partecipa al movimento del Parnasse, pubblica Les entreprises politiques et littéraires (1890) dove sostiene tesi fondamentalmente anarchiche, mentre Péguy lo definisce “uno dei più grandi profeti d’Israele”.

Risulta difficile collocarlo in quel suo itinerario fatto di rotture e cambiamenti: parnassiano e simbolista, socialista e anarchico, sionista e agnostico Bernard Lazare fu soprattutto un combattente per la dignità e i diritti dell’uomo che difendendo il capitano Dreyfus ha voluto difendere anche la giustizia e la libertà. Purtroppo non riuscì a condividere la gioia della riabilitazione di Dreyfus: morì infatti nel 1903, dimenticato da tutti.