Il tribunale di Bologna
Dopo tre mesi di carcere e otto ai domiciliari, il collegio del tribunale di Bologna ha assolto per non aver commesso il fatto quattro albanesi, tra i 25 e i 30 anni, accusati di rapina aggravata e lesioni gravi ai danni di un moldavo, aggredito a sprangate la sera del 27 luglio 2012 in una strada della periferia del capoluogo emiliano. L’uomo venne derubato di un borsello e per le fratture riportate ebbe una prognosi di 40 giorni. I quattro erano stati rintracciati dalla polizia poco dopo, in un parco poco distante, e arrestati sulla base di alcune testimonianze.
C’erano state anche decisioni del Tribunale del Riesame che confermavano le accuse, ma in dibattimento le contestazioni non hanno retto e il collegio (Zaccariello, Benini, Passerone) ha deciso per l’assoluzione piena, con motivazioni contestuali. La Procura aveva chiesto condanne a cinque anni.
Su richiesta delle difese (i legali di due degli imputati, cugini, avv. Savino Lupo e Filippo Furno) erano state disposte consulenze genetiche sull’arma – che avevano trovato solo le tracce della vittima e nulla di riconducibile agli albanesi – e sugli indumenti.
I domiciliari erano stati revocati nella penultima udienza, a giugno, in accoglimento di un’istanza dei legali. Che ora hanno intenzione di chiedere la riparazione per l’ingiusta detenzione e sottolineano il danno arrecato ai quattro, tre dei quali incensurati. “Cose come queste – ha detto l’avvocato Lupo – non dovrebbero succedere in uno stato di diritto o quanto meno ci si augura che non si ripetano. La Procura non deve accanirsi, ma solo cercare di perseguire il suo scopo principale, cioè assicurare alle patrie galere i colpevoli, non gli innocenti. Per fortuna – ha aggiunto il penalista – noi avvocati abbiamo la fortuna spesso e volentieri di trovare giudici scrupolosi e attenti, che rendono finalmente giustizia”.
(fonte: Ansa, 30 ottobre 2013)