La responsabilità civile dei magistrati? Se si facesse un referendum, il risultato sarebbe identico a quello del 1987: vincerebbero, anzi stravincerebbero i “sì”. Stando almeno ai risultati di un sondaggio appena condotto sull’argomento.
Il sondaggio
L’argomento è di quelli che scatenano le polemiche e riguarda l’inasprimento di una legge sulla responsabilità civile dei giudici. È ammissibile che un comune cittadino, qualora si ritenga vittima di un danno ingiusto, possa chiedere un risarcimento pecuniario direttamente al magistrato e non più allo Stato? La domanda è stata girata a un campione di mille soggetti maggiorenni (dal 23 al 25 giugno) da parte della società di sondaggi Swg. Il risultato lascia poco spazio ai dubbi: il sentimento anti-privilegi e meritocratico che aleggia nel Paese coinvolge tutte le categorie, e i magistrati più degli altri.
Giustizia insoddisfacente
A fare da sfondo al tema è soprattutto la sensazione negativa che i cittadini nutrono rispetto alla qualità complessiva della giustizia italiana: quasi il 70 per cento delle persone interpellate ritiene sia insoddisfacente. Il test ha portato alla luce un quadro nitido: per 1’81 per cento dei cittadini il magistrato che sbaglia deve essere responsabile della propria azione. La posizione accomuna tutti gli elettorati, e comprende chi ha votato per Grillo (78%) e chi ha scelto Forza Italia (90%), Leganord (94%) o Pd (85%).
Azione diretta
L’opinione pubblica appare, però, più perplessa sull’altra discussa questione, e cioè su come agire contro il magistrato che sbaglia. Le posizioni sul punto evidenziano sensibilità differenti, anche se l’orientamento è verso una chiara e netta punibilità. Il 64 per cento degli intervistati ritiene indispensabile l’azione diretta contro i magistrati, quindi non più passando attraverso lo Stato. Anche se il 71 per cento sottolinea la necessità di norme che, pur punendo chi sbaglia, non sottopongano i magistrati a ricatti o freni. L’intervento legislativo auspicato, infatti, punta a rendere più forte l’attuale legge sulla responsabilità civile, prevedendo effetti diretti e immediati sulla carriera del magistrato.
Oggetto della responsabilità, inoltre, non deve essere solo il dolo e la colpa grave, ma anche la negligenza o l’aver agito in base a una personale visione ideologica. E su questa impostazione sono schierati sia gli elettori di Forza Italia (84%) e della LegaNord (93%), sia quelli del Pd (72%) e del Movimento 5 Stelle (74%). Una quota minoritaria di italiani (34%) appare meno astiosa verso la magistratura e, pur ritenendo adeguata l’attuale normativa sulla responsabilità civile dei magistrati, auspica un’applicazione meno restrittiva delle regole.
Un altro segmento dell’opinione pubblica (35%), invece, punta il dito sui rischi che si corrono ammettendo la possibilità di un procedimento diretto contro i magistrati. La preoccupazione è quella di costringere la categoria a una sequela di contenziosi, con il rischio di produrre una giurisdizione timida, difensiva e spaventata. Particolarmente sensibili al tema risultano gli elettori del Pd e di Grillo, mentre molto meno preoccupati sono quelli di Forza Italia (48% i primi, 50% i secondi e 28% i berlusconiani).
I rischi
Complessivamente, in ogni caso, l’opinione pubblica appare schierata. I dubbi e le cautele non riducono la portata della richiesta di azioni contro chi sbaglia, anche se evidenziano la preoccupazione della gente affinché le norme sulla responsabilità dei magistrati non frenino o limitino le inchieste, specie quelle contro i colletti bianchi e la politica.
(fonte: Cristiana Mangani, il Messaggero, 29 giugno 2014)