In carcere per le bugie della figlia

Una famiglia di origini marocchine. Una ragazza che accusa falsamente il padre di costringerla con la violenza a rispettare le leggi dell’Islam. Tutte invenzioni. Che però non eviteranno all’uomo tre mesi di ingiusta detenzione.

SCHEDA

Vittima Anonima

Ferrara (Ferrara)
  • Anno
  • 2023
  • Reato
  • Violenza di genere
  • Avvocato
  • Matteo Sanzani
  • Giorni di detenzione
  • 90 (carcere)
  • Errore
  • False accuse
  • Risarcimento
  • 21.695 euro

Ha visto il mondo cadergli addosso tutto in una volta. Lui, un onesto lavoratore di origini marocchine, in Italia da 35 anni, è stato arrestato da innocente per le accuse della figlia. Accuse false, totalmente inventate. Che sono bastate comunque a fargli trascorrere tre mesi in carcere senza colpa, prima che la verità saltasse fuori in tutta la sua evidenza: un padre innocente travolto dalle invenzioni della figlia.

Tutto nasce alla fine del 2021. Una ragazza marocchina residente a Ferrara accusa il padre e il fratello di averla obbligata a vivere secondo le leggi della religione musulmana, costringendola a sposare un cugino in Marocco, dove è stata tenuta segregata e forzata a lavorare nei campi sotto la minaccia di morte. Alla fine di novembre del 2021, a due poliziotti racconta tutto e aggiunge: «Se li denuncio, quelli mi uccidono». La polizia – sulla base del “codice rosso” contro la violenza sulle donne – si attiva e in breve si arriva a un’ordinanza di custodia cautelare in carcere per il padre e a un divieto di avvicinamento per il fratello della giovane. È il dicembre 2021.

Conosciute le accuse, il padre innocente cade dalle nuvole: «Non capisco perché mia figlia mi accusi in questo modo, non l’ho mai obbligata a essere musulmana né l’ho costretta a sposarsi in Marocco con il cugino, tantomeno l’ho indotta a fare ciò di cui lei accusa me e mio figlio, suo fratello».

C’è voluto un anno e mezzo prima che indagini e accertamenti, unite ai riscontri sollecitati del difensore di padre e fratello della ragazza, l’avvocato Matteo Sanzani, facessero venire a galla la verità: l’assoluta estraneità a ogni accusa dei due uomini. Di conseguenza, all’inizio del 2023 la posizione di entrambi è stata archiviata e la giovane che li aveva accusati falsamente è stata denunciata per calunnia.

La svolta decisiva? La richiesta dell’avvocato Sanzani di sentire la donna in incidente probatorio, dunque nel contraddittorio tra le parti. In quella sede, durante dieci ore e alla presenza di psicologi, era stato subito chiaro che le accuse della ragazza si basavano su autentiche invenzioni. Le sue dichiarazioni erano incoerenti e le prove non corrispondevano, anzi, confutavano ciò che sosteneva: il padre aveva conservato i passaporti e i biglietti aerei e niente coincideva con i tempi dei “viaggi obbligati” in Marocco di cui parlava la figlia.  Anche i tabulati telefonici smentivano totalmente il racconto della giovane.

L’unico elemento acclarato, uno schiaffo ricevuto dal fratello: lei voleva andare in discoteca, lui le aveva detto di non farlo, lei ci andò lo stesso e il giovane, non vedendola a casa, si recò nel locale e le diede un ceffone davanti alle amiche che erano con lei. Un gesto pessimo, senz’altro, ma di certo non in grado da solo di configurare il reato di maltrattamenti.

Il 20 luglio 2023 viene fissata l’udienza davanti alla Corte d’appello di Bologna per discutere l’istanza di riparazione per ingiusta detenzione presentata dall’avvocato Sanzani per conto del suo assistito. Di lì a pochi giorni i giudici accolgono la richiesta di indennizzo per il padre innocente. E dispongono che il Ministero dell’Economia e delle Finanze liquidi all’uomo la somma di 21.695 euro.

Per colpa di questa storia inventata l’uomo si è visto revocare il permesso di soggiorno e la partita Iva che gli permetteva di tenere aperta una piccola ditta individuale.

 

(fonte: La Nuova Ferrara)

Ultimo aggiornamento: 11 agosto 2023

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