Giuseppe Gulotta si è sposato. Ha passato 22 anni in carcere da innocente

Grande festa a Certaldo per il matrimonio di Giuseppe Gulotta con Michela Aronica. Gulotta è l’uomo che per vent’anni è stato in carcere per un omicidio da cui poi è stato completamente assolto. Vent’anni di buio, adesso la luce con il lieto fine e i fiori d’arancio. Giuseppe ha infatti sposato a Certaldo la sua Michela. Un momento di grande emozione e felicità per i due. Il sì alle 11.30 di una domenica di sole nella chiesa di San Tommaso. A fare da testimoni erano i due avvocati, Pardo Cellini di Certaldo e Baldassare Lauria di Alcamo, che si sono battuti come leoni nelle aule dei tribunali per far emergere le verità. Uno stuolo di telecamere ha atteso gli sposi fuori dalla chiesa: l’incredibile storia di Giuseppe è infatti divenuto anche un caso mediatico, del quale le stesse televisioni hanno poi voluto raccontare il lieto fine.

 

La storia – Il calvario di Gulotta inizia nel febbraio del 1976, quando, poco più che maggiorenne, viene arrestato con l’infamante accusa di aver ucciso due carabinieri. Per tutta la notte viene torturato dagli inquirenti dell’epoca finché al mattino, ormai stremato, firma un verbale di confessione, salvo poi ritrattare tutto davanti al giudice. Tutto inutile. Nessuno gli crederà più per oltre tre decenni. Finisce in carcere, ma per decorrenza dei termini esce. La sentenza istruttoria viene però impugnata e per lui viene deciso l’«esilio» in un paese lontano dalla Sicilia. Viene scelta Certaldo, nel cuore della Toscana, dove Gulotta comincia a rifarsi una vita.

 

In un primo momento viene accolto da una parente, poi si trova un lavoro come muratore e comincia a pagarsi un affitto. Conosce Michela, una giovane donna a cui la vita aveva già inferto molte sofferenze, un matrimonio finito male da cui aveva avuto tre figli. A lei Giuseppe racconta tutto, il reato di cui è accusato, i processi sostenuti e tutti quelli che ancora avrebbe dovuto sopportare. Lei gli ha stretto la mano, gli ha donato il suo amore incondizionato e gli è sempre rimasta a fianco. Dal loro amore, nel 1988, è nato William.

 

Nel frattempo però la macchina di una giustizia impazzita va avanti e nel 1990 arriva il colpo più duro: la condanna con sentenza definitiva all’ergastolo. Per il giovane muratore venuto dal Sud si aprono le porte del carcere di San Gimignano, dove trascorre oltre due decenni. Poi il colpo di scena: un ex carabiniere, Renato Olino, racconta ai magistrati le torture subite dagli indagati al momento del fermo.

 

La versione di Olino viene confermata da alcune intercettazioni telefoniche. Per Gulotta si apre il processo di revisione, da cui esce con una piena assoluzione. «Sono l’uomo più felice del mondo — dice con gli occhi lucidi aprendosi in un sorriso —. Ho riavuto la mia libertà, ho una famiglia splendida e sto per sposare la donna che amo».

 

(Fonte: La Nazione, 8 settembre 2012)