Calabria, un'altra vittima di logiche aberranti

No, non è famoso come Rino Formica, l’otto volte Ministro socialista di vari governi del nostro Paese, che qualche settimana fa, è stato pienamente assolto, dopo ben 17 anni di calvario, dalle accuse mossegli da chi poi ha avuto, dal PD, lo scanno senatoriale che tutt’ora occupa. Neanche alla lontana è paragonabile ai padri della prima Repubblica sui quali si è accanita la sinistra giustizialista assetata di sangue e speranzosa che la via italiana alla presa del potere si potesse alla fine realizzare, con o senza gioiosa macchina da guerra di occhettiana memoria.

No, Tommaso Signorelli, per il grande pubblico italiano, è un illustre sconosciuto.

Un semplice: Tommaso chi? Ma in Calabria è diventato, suo malgrado, famoso perché, nella ultima campagna elettorale, è stato oggetto d’interesse della nuova professionista dell’antimafia, on. Angela Napoli, ed è assurto ad emblema della criminalità organizzata e indicato, perché presente nella lista dei Socialisti Uniti-PSI, quale candidato non gradito, perché inquisito, pur se strenuamente difeso dai dirigenti di quella lista.

Tommaso, quindi, non è un personaggio famoso, non è uomo che può interessare la grande stampa, ma è semplicemente un personaggio locale trascinato, come i personaggi veramente famosi massacrati per pregiudizio, convincimento o pentitismo bugiardo e interessato, negli ingranaggi di una giustizia che per essere giusta deve far passare parecchia acqua sotto i ponti e far cantare vittoria ai giustizialisti perché ’alla fine la giustizia trionfa’. Ma a che serve questo premio di consolazione se nel frattempo la vita dei ‘predestinati’, pur non finendo come quella dei protagonisti della Colonna infame del Manzoni, viene letteralmente sconvolta?

La storia di Tommaso sotto questo aspetto è esemplare. Ma andiamo per gradi e vediamo le sue colpe. Anzi credo sia più corretto dire: vediamo di cosa è stato accusato, quali erano gli addebiti che gli venivano mossi e per i quali si è passati dall’arresto, alle dimissioni da consigliere comunale e, conseguentemente, allo scioglimento del Consiglio Comunale del suo paese, Amantea, in Calabria. L’accusa era tutta racchiusa nel 416 bis che, a un cittadino incensurato, fa tremare letteralmente le vene e i polsi. Quell’accusa gli ha ‘regalato’ ben 19 mesi di detenzione fino alla scarcerazione decisa non da organi di garanzia ma dallo stesso Tribunale dinanzi al quale si sta svolgendo il processo a suo carico e senza l’opposizione dell’unico PM superstite dei tre che firmarono il suo arresto.

Oggi il Consiglio di Stato, annullando lo scioglimento del Consiglio Comunale di Amantea con una argomentata critica alle risultanze della Commissione d’accesso, che ha determinato detto scioglimento, ha tra l’altro dichiarato che “non risulta comprovato se e in che misura l’assessore Signorelli sia stato l’anello di collegamento o condizionamento mafioso nei confronti dell’intero consiglio comunale” come a dire che non bastano ‘convincimenti’ della pubblica accusa per ottenere la condanna del soggetto attenzionato: ma che, in uno stato di diritto, è necessario che le accuse vengano sostenute con elementi di prova che nella vicenda, affermano i giudici amministrativi, mancano totalmente.

Signorelli, rispetto ad altri, stritolati dalla macchina giudiziaria, forse ha avuto la fortuna di trovare prima o poi il proprio giudice a Berlino, anche se la piena assoluzione potrà essere sancita dal Tribunale penale che deciderà della questione entro l’anno in corso. Il non essere un personaggio, di dimensioni nazionali, non è servito però a ridurre le angosce e le sofferenze per l’ingiusta detenzione. Egli ha patito ed ancora patisce una gestione della giustizia troppo condizionata da meccanismi totalmente capovolti rispetto alla logica normale, e che vedono, purtroppo come prassi costante, l’individuazione del reo accompagnata dalla speranza di trovare poi le prove della sua reità.

Anche per questo la riforma della giustizia non può più attendere.

(fonte: Giovanni Alvaro, Il legno storto, 12 giugno 2010)