L’amico lo denuncia e lui finisce in carcere per una rapina mai commessa

Oltre duecento giorni di ingiusta detenzione, tra carcere e arresti domiciliari, solo per le false accuse di un conoscente con cui aveva litigato. Storia di un cittadino marocchino assolto e risarcito.

SCHEDA

Abdelaziz Ellatifi

Schio (Vicenza)
  • Anno
  • 2021
  • Reato
  • Rapina
  • Giorni di detenzione in carcere
  • 120 (carcere), 82 (arresti domiciliari)
  • Errore
  • False accuse
  • Risarcimento
  • 38 mila euro

Arrestato da innocente per le false accuse di un suo conoscente. Costretto a 202 giorni di ingiusta detenzione come sospettato di essere l’autore di una rapina. Infine assolto e risarcito a quattro anni di distanza dai fatti. È stata una bruttissima avventura, quella capitata ad Abdelaziz Ellatifi, cittadino marocchino di 37 anni, senza fissa dimora, nella cittadina di Schio (in provincia di Vicenza).

Era stato arrestato il 14 novembre 2017 con l’accusa di aver rapinato un altro straniero residente in città. Con lui era finito in carcere un presunto complice. Tutto era accaduto davanti a un bar: Paul Oliobua, 44 anni, aveva denunciato ai carabinieri di essere stato aggredito a calci e pugni da due uomini, Abdelaziz Ellatifi e un altro uomo, inizialmente con lo scopo di sottrargli la bicicletta, ma in un secondo momento per derubarlo del giubbotto che conteneva un cellulare e un portafoglio con 1200 euro in contanti.

Abdelaziz Ellatifi finì in carcere con il presunto complice, dove rimase 120 giorni. Subito dopo, ne fece altri 82 agli arresti domiciliari. Una volta sottoposto a processo con rito abbreviato, però, è venuta fuori la verità: l’aggredito ha fornito quattro versioni sempre diverse dell’episodio, risultando così totalmente inattendibile agli occhi dei giudice. Risultato: prosciolto con formula piena da ogni accusa.

Nella motivazione della sentenza si legge che «non poteva riconoscersi piena attendibilità alle dichiarazioni rese dalla parte offesa, che aveva fornito almeno quattro diverse versioni del fatto, posto che ai carabinieri giunti sul posto il soggetto era apparso in condizioni di evidente ubriachezza». Inoltre altri testimoni avevano riportato di aver visto due persone, non tre sul luogo dei fatti. In definitiva, si era trattato di un litigio fra Abdelaziz Ellaftifi e Oliobua, che si conoscevano, e non c’era stata alcuna rapina.

Divenuta irrevocabile la sentenza nel 2020, la difesa di Ellaftifi ha presentato un’istanza di riparazione per ingiusta detenzione. E il 2 agosto 2021 la Seconda sezione penale della Corte d’Appello di Venezia, presieduta da Antonio Liguori, ha accolto la domanda, disponendo la liquidazione di un indennizzo di quasi 38 mila euro nei confronti del marocchino.

 

(fonte: Il Giornale di Vicenza)

Ultimo aggiornamento: 3 agosto 2021

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