Troppi errori giudiziari, la medicina forense è in crisi?

Le scienze forensi – Medicina legale compresa – sono in crisi, perché si basano convenzionalmente su tecniche sulle quali le evidenze scientifiche sono carenti e che spesso conducono a conclusioni errate in giudizio. Lo sostiene un rapporto appena pubblicato della US National Academy of Sciences.

La National Academy of Sciences (NAS) chiama all’azione gli addetti ai lavori, i ricercatori e le istituzioni sanitarie e politiche nazionali e internazionali affinché si elevino gli standard delle scienze forensi applicate e si organizzino nuovi studi e revisioni sistematiche per confermare ed eventualmente quantificare l’efficacia delle metodologie utilizzate attualmente.

A causare questa levata di scudi una serie impressionante di errori giudiziari causati dalla scarsa affidabilità di molti strumenti d’indagine forense. Dito puntato soprattutto sull’analisi delle impronte digitali e sul confronto dei reperti biologici (ad esempio capelli o peli) rinvenuti sul luogo del delitto.

Con l’eccezione dell’analisi del DNA nucleare, infatti, nessun metodo forense è stato dimostrato rigoroso e sicuro abbastanza – si legge nel Rapporto NAS – nello stabilire una connessione con elevato grado di certezza tra le prove e un determinato individuo.

“Era ora che qualcuno lo dicesse”, commenta Michael Baden, patologo di fama che lavora per la New York State Police. “Il Rapporto accoglie finalmente le critiche sul fatto che tantissime persone innocenti sono state condannate basandosi su una scienza-spazzatura”. Bruce Goldberger, tossicologo forense all’University of Florida ed ex presidente dell’American Academy of Forensic Sciences, commenta: “La base della scienza forense è la validazione.

Molte delle tecniche utilizzate oggi sono valide nell’ambito di determinati caveat, ma dobbiamo tornare alle basi e gettare le fondamenta della nostra disciplina”.

(fonte: David Frati, il Pensiero Scientifico , 24 febbraio 2009)