Sei anni in isolamento da innocente

Intervista a Giulio Petrilli: riconosciuto innocente, non ha diritto all’indennizzo per ingiusta detenzione perché secondo i giudici frequentava le persone sbagliate e ciò ha favorito l’errore giudiziario che lo ha portato in carcere.

Ingiusta detenzione, accolto solo un terzo delle richieste di risarcimento

L’Italia è l’unico paese in Europa dove nell’Istituto della riparazione per ingiusta detenzione è stata inserita una clausola in base alla quale non va concesso il risarcimento a chi, pur essendo stato assolto, abbia con un comportamento di “dolo e colpa grave” tratto in inganno gli inquirenti. Non si valutano le sentenze assolutorie, ma si istruisce un altro processo su comportamenti e frequentazioni delle persone assolte

Tutti i prosciolti sono uguali. E vanno risarciti

Tante persone assolte con sentenza definitiva si vedono rifiutare la riparazione per ingiusta detenzione perché, secondo i magistrati, con le loro frequentazioni hanno tratto in inganno gli inquirenti. Se la sentenza definitiva è assolutoria, una persona è da considerarsi innocente e quindi deve essere risarcita

L'innocenza ignorata

Giulio fu arrestato il 23 dicembre 1980 con l’accusa di partecipazione a banda armata, per un suo presunto coinvolgimento nell’organizzazione Prima Linea. Non aveva neanche ventidue anni, all’epoca, ed era iscritto alla facoltà di Lettere dell’Università dell’Aquila. In primo grado fu condannato a 8 anni, che cominciò a scontare passando da un carcere all’altro in…