Giulio Petrilli racconta: "Io, beneficiato dalla norma Lusi"

L’ultimo emendamento approvato dal Senato e proposto da Luigi Lusi – prima di essere travolto dallo scandalo sui tredici milioni di euro sottratti dal conto della Margherita  –  era un provvedimento “ad personam”. Un provvedimento che adesso consentirà a un dirigente del Pd abruzzese, Giulio Petrilli, di poter ottenere un risarcimento per “ingiusta detenzione”. L’emendamento inserito nella legge di conversione del decreto sulle carceri, sostanzialmente, retrodata di appena un anno e mezzo il diritto al risarcimento. La nuova norma riguarda una legge in entrata in vigore dall’ottobre del 1989 che però consentiva (prima della modifica) il risarcimento delle ingiuste detenzioni solo a partire da quella data in poi. Senza effetti retroattivi. Con l’emendamento Lusi le lancette dell’orologio del diritto al risarcimento sono state spostate, ma di pochissimo: appena quindici mesi. Avranno diritto al risarcimento solo quelli che hanno subito un’ingiusta detenzione dal luglio 1988 in poi. E tra questi rientra proprio Giulio Petrilli, “responsabile giustizia del Pd dell’Aquila fino a gennaio scorso” spiega. “Poi ho dato le dimissioni, perché sono in disaccordo con il sindaco della mia città, Massimo Cialente”. Petrilli non nasconde di essere l’ispiratore e il promotore dell’emendamento Lusi. E, soprattutto, non nasconde di essere un beneficiario della nuova norma approvata. “Ma non ho fatto la battaglia solo per me…” racconta imbarazzato “ma per tutti quelli che hanno subito un’ingiusta detenzione”. In quei quindici mesi.

Petrilli, ha sollecitato lei Lusi per l’emendamento?
“Sì, certo. Credo di averlo colpito dal lato umano. E’ rimasto impressionato dalla mia storia”.

Ce la racconti.
“Fui arrestato il 23 dicembre 1980 con l’accusa di partecipazione a banda armata, per un presunto coinvolgimento nell’organizzazione Prima Linea. Non avevo neanche ventidue anni, all’epoca, ed era iscritto alla facoltà di Lettere dell’Università dell’Aquila. In primo grado fui condannato a 8 anni, che cominciai a scontare passando da un carcere all’altro in un regime detentivo peggiore dell’attuale 41-bis, regolato allora dall’articolo 90, che prevedeva l’isolamento totale. Appena un’ora d’aria al giorno e le restanti 23 in cella, con non più di tre o quattro libri nei quali poter cercare conforto, o riparo dal buio sfibrante della solitudine. In appello fui riconosciuto innocente e la sentenza fu confermata anche dalla Cassazione – e a maggio uscì finalmente dal carcere: sei anni di detenzione ingiusta. Anni che nessuno potrà mai restituirmi. Il mio è uno dei tanti errori giudiziari mai risarciti, perché l’assoluzione è arrivata prima alla riforma del codice di procedura penale che nel 1989 ha introdotto la riparazione per detenzione. Da tempo mi batto perché questa forma di discriminazione venga sanata e siano discusse le proposte di legge che introducono la retroattività. La legge deve essere uguale per tutti”.

L’emendamento Lusi riguarda solo lei e pochi altri.
“Lo so… Ma credo si sia trattato di un problema di fondi. Erano disponibili solo cinque milioni di euro come copertura finanziaria. Lusi in estate aveva tentato di far passare un emendamento che prevedesse di introdurre il principio della retroattività nel suo complesso. Poi a gennaio ha deciso di stringere su un arco temporale breve che però consente di far passare il principio della retroattività della legge. Un primo passo”.

Un primo passo che le consentirà di presentare domanda e ottenere il risarcimento.
“Sì è vero, ma se doveva accontentare solo me bastavano pochi mesi, credo quattro… Devo rivedere le carte… Invece si è voluto affermare un principio”.

In media lo Stato riconosce 100mila euro per ogni anno di detenzione ingiusta, fino a un massimo di 516mila euro.
“Questi particolari li vedrà il mio avvocato”

Che opinione ha di Lusi?
“Mi ha aiutato, mi ha ascoltato. Si è battuto ed ha ottenuto un risultato. Credo che la mia storia lo abbia colpito dal punto di vista umano”.

 

(fonte:  Giuseppe Caporale, la Repubblica, 9 febbraio 2012)