Arrestati e chiusi in una cella con l’accusa di essere spacciatori di droga. Ma era un errore e la loro si è trasformata in una ingiusta detenzione: con quell’accusa non c’entravano nulla, era soltanto un enorme equivoco. È la dolorosa disavventura capitata a due fidanzati piemontesi che sarà molto difficile dimenticare.
L’arresto
F. G., assicuratore 31enne originario di Asti, stava rientrando a bordo della sua Fiat Brava con la fidanzata N. T., 24 anni, anche lei astigiana. A un posto di blocco dei carabinieri, hanno subìto un’ispezione dell’auto. E durante le ricerche, è saltato fuori una sostanza molto simile a della marijuana. A quel punto i militari hanno deciso di recarsi nella casa dei due fidanzati piemontesi per un’ulteriore controllo. E anche qui è saltato fuori un notevole quantitativo (6 kg) della presunta droga.
Già, presunta. Perché quella che assomigliava molto da vicino a marijuana in realtà non lo era. Da successivi controlli è risultata infatti essere canapa tessile. Ma non basta. Durante il sopralluogo nell’appartamento dei due fidanzati piemontesi i carabinieri avevano trovato anche alcuni flaconi di quello che – sulle prime – era sembrato un allucinogeno. Il fatto è che, anche in questo caso, si trattava di ben altro: era infatti un vasodilatatore con effetti afrodisiaci in libera vendita in Svizzera, dove peraltro era stato acquistato (come da regolare scontrino). È vero, nella casa erano stati trovati anche 50 grammi di hashish, ma sono stati considerati per stretto uso personale.
Il processo
Il pubblico ministero Enrico Carucci aveva chiesto una condanna a 8 mesi di reclusione, ma il Gip ha invece accolto l’istanza di assoluzione presentata dal difensore dei due fidanzati piemontesi, l’avvocato Roberto Caranzano.
Resta l’amarezza per «quei 13 lunghissimi giorni di ingiusta detenzione, con l’accusa – pesantissima – di spaccio di droga. Dopo quella vicenda ho perso anche il lavoro. È stata un’esperienza terribile, che non auguro a nessuno», ha detto F. G.
L’avvocato Caranzano ha preannunciato che presenterà un’istanza di riparazione per ingiusta detenzione.
(fonte: la Stampa, 28 ottobre 2001)