Ingiusta detenzione, solo a Bari 613 procedimenti pendenti

Il Tribunale di Bari

Sono 613 ad oggi i procedimenti pendenti sulla riparazione per ingiusta detenzione. Il dato è reso noto dalla Camera penale di Bari e fa riferimento alla situazione dell’intero distretto. I tempi di attesa per la fissazione di queste udienze si attestano sui 4-5 anni dal deposito dell’istanza, senza contare gli ulteriori anni di attesa fino alla liquidazione materiale del danno.

Attualmente, fanno sapere i penalisti baresi che oggi hanno tenuto un incontro con i giornalisti, si stanno fissando le udienze per le istanze presentate nell’ultimo trimestre del 2009. ‘

 

‘Tenuto conto che un processo penale mediamente dura anche 10 anni (dalla carcerazione preventiva alla sentenza definitiva), un cittadino ingiustamente detenuto – hanno detto i penalisti – si trova costretto ad attendere anche quindici anni per ottenere la riparazione”, con quantificazione del danno fino a 1 milione di euro. Ma al di là dell’aspetto economico, ”aspettano quel sigillo – ha sostenuto il presidente della Camera Penale di Bari Gaetano Sassanelli – che attesti che lo Stato ha sbagliato nei loro confronti”.

 

L’iniziativa di raccogliere i dati sui procedimenti relativi all’ingiusta detenzione è nata dalla lettera inviata da un 55enne arrestato per abusi sessuali e detenuto in carcere per sei mesi, e poi assolto in via definitiva più di quattro anni fa. Nella missiva al proprio difensore, l’uomo avvisava ”della fissazione della camera di consiglio notificatagli quando il notevole lasso di tempo trascorso dalla proposizione dell’istanza aveva nel frattempo consentito l’insorgere di un male incurabile che gli faceva presagire che, ragionevolmente, non sarebbe sopravvissuto fino alla data dell’udienza”, ”beffato dalla giustizia oltre che dalla vita” ha detto a questo proposito il presidente Sassanelli. La vicenda è nero su bianco in una lettera inviata dai penalisti al presidente della Corte di Appello di Bari, in cui si chiede una soluzione che eviti tali ritardi.

 

”Non sappiamo rispondere in alcun modo – dicono i penalisti – ai nostri assistiti che ci chiedono perché la loro ingiusta cattività valga di meno e venga trattata peggio di un credito di lavoro”. I lunghi tempi di attesa hanno provocato anche una ”sfiducia da parte dei cittadini” confermata dal calo delle istanze (dalle 159 del 2009 alle 117 del 2012). ”Una manifestazione di insensibilità da parte dello Stato – ha concluso il presidente Sassanelli – nei confronti di chi ha patito un’ingiustizia così grave”.

 

(fonte: Ansa, 12 dicembre 2013)