Negli Usa nasce il Registro nazionale degli innocenti

Negli Stati Uni ti è stato istituito il Registro Nazionale degli Esonerati, www.exonerationregistry.org, un sito che raccoglie l’elenco delle persone ingiustamente condannate da un tribunale e che sono riuscite ad ottenere l’annullamento dei loro verdetti di colpevolezza. Il lavoro è stato realizzato dagli studenti della facoltà di legge dell’Università del Michigan, coordinati dai professori Samuel Gross e Michael Shaffer.

 

Il Registro è stato compilato al termine di uno studio, durato tre anni,  su centinaia di processi per reati molto gravi a cominciare dal 1989 – anno considerato spartiacque perché da quella data sono diventati consentiti i test del Dna – ad oggi. In questi dodici anni, circa 2000 casi sono stati catalogati come “errori giudiziari”, e di questi, 891 sono stati inseriti nel Registro Nazionale degli Esonerati. ?Un quarto degli “assolti” che era stato accusato di omicidio, aveva ricevuto una condanna alla pena capitale (101 su 409). Quasi la metà degli “esonerati” (341 su 721) era stato condannato o a morte o all’ergastolo per stupro e/o omicidio.

 

Dieci persone sono state riconosciute innocenti dopo la loro morte, per esecuzione o per cause naturali. In questo dato è contenuto un paradosso: apparentemente è più facile essere “esonerati” se si viene condannati a morte, che in altri casi. Le statistiche dicono che in percentuale i condannati a morte vengono riconsicuti innocenti in un processo d’appello nove volte di più degli altri condannati. Questo, secondo gli analisti, perché lo status di condannato a morte garantisce più attenzione da parte degli avvocati d’ufficio, di associazioni per i diritti umani o i diritti civili, e anche dalla stampa.

 

Secondo Gross, “quando una persona innocente riceve una condanna più breve di quelle esaminate da noi, probabilmente rinuncia a intraprendere il percorso di revisione del processo, e si rassegna”.

Per Rob Warden, direttore del Center on Wrongful Convictions della Northwestern University (Illinois) che ha fornito buona parte dei dati, i risultati pesano come un macigno. “In un Paese dove 2,3 milioni di persone sono detenute, potrebbe sembrare che 2000 errori giudiziari nell’arco di 23 anni siano pochi, quasi una riprova dell’efficienza del nostro sistema giudiziario. Il problema è che noi veniamo a conoscenza solo di pochissimi casi, dietro i quali si cela un numero di tragedie molto più grande, casi dei quali non sappiamo niente”.

 

Secondo lo studio, a generare le condanne sbagliate sono soprattutto le testimonianze oculari gestite male, le testimonianza di informatori e/o delatori, e le forzature processuali effettuate dalla pubblica accusa, come ad esempio nascondere elementi favorevoli alla difesa o non rendere noti accordi premiali con i testimoni.

 

Il 37% degli “esoneri” sono scaturiti da test del Dna che hanno “smontato processi basati su prove non scientifiche. Il tempo medio tra la condanna e il suo annullamento è di 11 anni, e il 62% delle persone delle quali è stata riconosciuta l’infondatezza della condanna apparteneva a minoranze razziali.

 

(fonti: Death Penalty Information Center, Afp, The Guardian, CNN, Nessuno Tocchi Caino, 21maggio 2012)