
Concorso esterno in associazione mafiosa. Per lui, ex assessore comunale e consigliere regionale, era stato un colpo tremendo anche alla reputazione e all’immagine professionale. Ci sono voluti tre anni, di cui quasi otto mesi in carcere, prima che la sua totale estraneità a ogni accusa venisse a galla. E ora Marco Sorbara è finalmente uscito dal suo incubo giudiziario che ha rischiato di rovinargli la vita per sempre.
Questa vicenda ha inizio nel cuore della notte (erano le 3.15) del 23 gennaio 2019. Marco Sorbara, 51 anni, ex assessore comunale ad Aosta e poi consigliere regionale nelle liste di Union Valdôtaine, viene arrestato dai carabinieri del Gruppo Aosta e del Raggruppamento Operativo Speciale in esecuzione di un’ordinanza di custodia cautelare richiesta dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Torino. L’inchiesta in cui è coinvolto, denominata “Geenna”, riguarda presunte infiltrazioni della ‘ndrangheta in Valle d’Aosta e in Piemonte.
Secondo l’accusa, Marco Sorbara si era messo a disposizione – proprio in virtù del suo ruolo di consigliere regionale – di un presunto esponente locale della ‘ndrangheta, Tonino Raso. Questa tesi viene accolta in primo grado, che di conseguenza si conclude con una sentenza di condanna a 10 anni di reclusione. In appello, però, il verdetto viene totalmente capovolto, trasformandosi in un’assoluzione perché il fatto non sussiste il 19 luglio 2021. Non contenta dell’esito, la procura generale di Torino impugna la sentenza dei giudici di secondo grado: il ricorso viene però dichiarato inammissibile. E così, dopo la bellezza di quattro anni di processi, 214 giorni in carcere (di cui 45 in isolamento) durante i quali ha perso 10 chili, più altri 695 giorni agli arresti domiciliari (ottenuti solo dopo che cinque richieste erano state sempre bocciate), Marco Sorbara viene definitivamente assolto dalla quinta sezione penale della Corte di Cassazione.
Ma come si era arrivati ad accusare Sorbara di inesistenti legami con Tonino Raso? Si era partiti dalle comuni origini calabresi e dal fatto che i due fossero amici. Ma questo è stato interpretato come comunanza di presunti intenti criminali, quando invece i giudici di secondo grado non hanno riscontrato «irregolarità di sorta e men che meno foriere di poter sortire sviluppi in sede penale o di giustizia contabile».
Ora, tramite il suo legale, suo fratello Sandro Sorbara, Marco Sorbara presenterà sicuramente un’istanza di riparazione per ingiusta detenzione.
«Sono completamente distrutto, non mi vergogno a dirlo, perché ho passato anni nella morsa della giustizia, della diffamazione, degli attacchi, a causa di un’accusa devastante, bruttissima».
«Io oggi non so perché mi sia successo questo. Non c’era nulla. Pensavo solo a come farla finita. Continuavano a ribadire le accuse, sostenevano che con il mio comportamento avessi agevolato la ‘ndrina locale, ma di fatto, anche nelle motivazioni della sentenza, non c’era un solo elemento concreto».
«Ora devo solo pensare a riprendere a lavorare e guadagnare e ripagare i buchi enormi di questi anni fatti di spese e di nessuna entrata, con i conti bloccati. Posso solo dire che la vicinanza di chi mi vuole bene è stata impagabile».
«Tutti i giorni, per 909 giorni, mi sono chiesto: perché?»
(fonti: Il Riformista, AostaSera, Il Messaggero)
Ultimo aggiornamento: 27 gennaio 2023
LA PUNTATA DI EGTALKS CON MARCO SORBARA ⬇️ ⬇️