Tre mesi e mezzo in cella da innocente per una ricettazione mai commessa

Lo arrestano solo perché vive vicino a un capannone dove è stata ritrovata la refurtiva di una rapina a un autotrasportatore. Ma non c’entra nulla: assolto e risarcito per ingiusta detenzione.

SCHEDA

Ionut Bonculescu

Foggia (Foggia)
  • Anno
  • 2020
  • Reato
  • Ricettazione
  • Avvocato
  • Antonio Santoro
  • Giorni di detenzione in carcere
  • 48
  • Giorni di detenzione domiciliare
  • 54
  • Errore
  • Indagini
  • Risarcimento
  • 17.598 euro

Centodue giorni agli arresti da innocente. In carcere prima e ai domiciliari poi. Tutto per colpa di un errore giudiziario, nato dall’accusa di un reato mai commesso. È il dramma vissuto da Ionut Bonculescu, un cittadino romeno di 30 anni, che è stato a lungo considerato uno dei banditi responsabili di una rapina a un autotrasportatore. Ma non c’entrava nulla. La sua è stata una ingiusta detenzione.

Novembre 2011. Un autotrasportatore si presenta alla stazione dei carabinieri di Giovinazzo (in provincia di Bari). Vuole denunciare di essere rimasto vittima di una rapina a mano armata lungo la Statale 16 bis, all’altezza dello svincolo per Barletta sud. Secondo la ricostruzione dell’uomo, mentre era alla guida del suo mezzo è stato improvvisamente affiancato e bloccato da una Audi di colore scuro, dalla quale sono scese due persone incappucciate, entrambe con spiccato accento barese, uno armato di pistola e l’altro di fucile. I rapinatori lo avrebbero costretto a scendere dal mezzo per salire sulla loro auto, lo avrebbero sequestrato per circa un’ora e subito dopo abbandonato lungo la Statale 16 nella zona di Giovinazzo, fuggendo con il furgone e l’intero carico, per un valore complessivo di circa 250 mila euro.

Il giorno seguente, una pattuglia della Polizia Stradale del Distaccamento di Cerignola intercetta il segnale Gps installato sul semirimorchio del mezzo rapinato. In quel momento si trova in un’area recintata in località Pezza della Meta ad Orta Nova. Un capannone all’interno del quale gli agenti ritrovano metà della refurtiva (fra cui 3 bobine di rame incamiciato del peso di circa 50 quintali del valore stimato di 60 mila euro, un inibitore del segnale Gps a cinque antenne, un’Audi A6 di colore grigio con targhe bulgare). Nella stessa area, accanto al capannone industriale, c’è una piccola costruzione in muratura in uso a due uomini: si tratta di Ionut Bonculescu e del suo connazionale di 41 anni, Dumitri Spiridon. Entrambi, solo per questo, vengono arrestati e accusati di concorso in ricettazione.

I due romeni respingono fin da subito ogni addebito. Ma non c’è niente da fare: finiscono prima in carcere, dove resteranno fino al 13 gennaio 2012, e poi agli arresti domiciliari, che si protrarranno fino all’8 marzo 2012.

Ionut Bonculescu e il suo amico dovranno attendere altri quattro anni, prima che la loro innocenza risulti finalmente evidente. Il 16 novembre del 2016, il Tribunale di Foggia assolve entrambi dal reato di ricettazione con la formula più ampia, “per non aver commesso il fatto”. La sentenza di assoluzione diventerà definitiva qualche mese dopo, l’1 aprile 2017, e il difensore di Bonculescu può così presentare istanza di riparazione per i 102 giorni di ingiusta detenzione (48 in carcere e 54 agli arresti domiciliari) del suo assistito.

Il 10 gennaio 2020, la Corte d’Appello di Bari accoglie la richiesta e dispone il risarcimento per Ionut Bonculescu e il suo connazionale, di una somma pari a 17.598 euro.

(fonte: FoggiaToday, GiovinazzoViva)

Ultimo aggiornamento: 12 gennaio 2020

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