Quell’estate dell’83 non perse l’innocenza Enzo Tortora, ma la giustizia italiana che lo martirizzò. Perse l’innocenza il sistema dell’informazione, che si scoprì feroce, implacabile, protagonista di un accanimento mediatico senza paragoni nell’annichilimento morale di un uomo-simbolo. La persero i magistrati di Napoli i quali, anziché espiare per le loro gravi…
Esegui il login o registrati al sito per leggere l'articolo completo