Filippo Pappalardi Ciccio e Tore

Scarcerato il papà di Ciccio e Tore

Il colpo di scena arriva alle due del pomeriggio. Il sostituto procuratore Antonino Lupo chiede ed ottiene il ritorno in libertà di Filippo Pappalardi. La misura degli arresti domiciliari viene revocata. «Sapevo che prima o poi avrebbero compreso l’errore, ora voglio rivedere almeno i corpi» dice il padre di Francesco e Salvatore, per tutti ormai “Ciccio e Tore” quando i carabinieri suonano alla sua abitazione per notificare il provvedimento del gip Giulia Romanazzi.

I medici legali Francesco Introna e Vito Romano hanno depositato mercoledì i risultati dell’autopsia e di fatto hanno aperto la strada a nuove possibilità, spiegando che la caduta nella cisterna di Francesco e Salvatore è avvenuta dalle 19,30 alle 23,30. Questo sostiene la procura e questo richiama il gip nel provvedimento. Il pm ha ritenuto che il consulente abbia «così aperto anche ipotesi alternative a quelle sin qui prospettate» scrive il giudice. I due fratellini, in altri termini, potrebbero essere caduti nel pozzo prima delle 21,30 quando un bambino ha raccontato di aver visto, la sera della scomparsa, Filippo Pappalardi insieme ai figli.

Ma il giudice cita anche un altro passaggio della consulenza medico legale: l’assenza sui corpi di Ciccio e Tore di segni di violenza, di lesioni, diverse da quelle causate dalla caduta nella cisterna. E richiama anche i risultati degli accertamenti eseguiti dalla polizia scientifica nel palazzo delle cento stanze. «I rilievi tecnici, di natura biologica, sui reperti rinvenuti sul luogo del ritrovamento delle salme, non hanno consentito di acclarare la presenza dell’ indagato sul luogo dove i fanciulli hanno trovato la morte».

Ma Filippo Pappalardi è tornato in libertà anche perché sono venute meno le esigenze cautelari che, sino a questo momento, secondo il giudice, giustificavano il provvedimento cautelare. A dimostrarlo «la scrupolosa osservanza sino ad oggi della misura in atto, da parte dell’ indagato» che dimostra «il ravvedimento da parte del Pappalardi».

Il padre di Ciccio e Tore, ora, piange. Lo fa quando incontra i legali Angela Aliani e Serafino Picerno. Quando riceve la visita del suo datore di lavoro. «Ho sempre detto che io non avevo fatto nulla. Volevo bene a Francesco e Salvatore. Non sono felice oggi, non posso esserlo, perché nessuno mi ridarà più i miei due figli». Filippo Pappalardi resta indagato, anche la procura ora contesta il reato di abbandono, seguito da morte e non più quello di duplice omicidio. Una tesi che la difesa non condivide. «La scarcerazione è arrivata in ritardo» dice l’ avvocato Angela Aliani. è con lei quando, nel pomeriggio, Filippo Pappalardi viene ricevuto dal vescovo monsignor Mario Paciello. «Fatemi vedere per l’ ultima volta Ciccio e Tore» ripete l’ autotrasportatore. Una richiesta che non potrà essere accolta perché sui corpi dei due fratellini è stata eseguita l’ autopsia. Ora a Gravina è il momento dell’ organizzazione dei funerali. Si pensa al ritorno di Francesco e Salvatore. Le salme saranno restituite alla famiglia con ogni probabilità lunedì. E mercoledì saranno celebrate le esequie nella Cattedrale del paese dove martedì sarà allestita la camera ardente. Una soluzione alla quale non si oppone più Rosa Carlucci, madre dei due bambini. «L’importante è che trovino una degna sepoltura».

(fonte: la Repubblica, 5 aprile 2008)

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