Ingiusta detenzione, pagati più di 600 milioni dal 1992

Il viceministro della Giustizia, Enrico Costa

“È stata sfondata a luglio la soglia dei 600 milioni di euro di pagamenti per riparazioni per ingiusta detenzione dal 1992 – anno delle prime liquidazioni – a oggi (601.607.542,51 euro). Sempre dal ’92, sono state complessivamente 23.998 le persone indennizzate per essere state ingiustamente private della libertà personale. Per questi errori ha pagato e continua a pagare solo lo Stato? Pare proprio di sì. Questa lacuna va colmata”: è il monito del viceministro della Giustizia Enrico Costa, che commenta così i dati relativi al periodo gennaio-luglio 2015.

 

“Di fronte a un indennizzo riconosciuto in via definitiva e liquidato – spiega Costa – non vi è alcuna norma che stabilisca che questo provvedimento finisca sulla scrivania di titolari dell’azione disciplinare per valutare se vi siano le condizioni per avviarla nei confronti di chi ha sbagliato”.

 

In particolare – si legge in una nota – sono state 772 le riparazioni effettuate nei primi 7 mesi del 2015, per un totale di 20.891.603,5 euro. In tutto il 2014 erano invece stati spesi 35.255.030,59 per 995 provvedimenti. Quindi, nel 2015 si registra una tendenza all’aumento dei casi e dei pagamenti.

 

“Di fronte a questi numeri – commenta il viceministro Costa – mi spiace dover tornare per l’ennesima volta sulle medesime considerazioni, ma se un magistrato toglie ingiustamente la libertà a un uomo e una Corte riconosce a quella stessa persona un’indennità per il carcere ingiustamente subito, oggi nessuno valuta se il comportamento di quel magistrato debba essere sanzionato sotto il profilo disciplinare”.

 

“Auspico che il Parlamento, come già accade per la legge Pinto – sostiene Costa – voglia introdurre un meccanismo per cui l’ordinanza che accoglie l’istanza di riparazione per ingiusta detenzione sia comunicata, ai fini dell’eventuale avvio del procedimento di responsabilità, ai titolari dell’azione disciplinare”.

“Se questa norma non vedrà la luce – ammonisce Costa – sarà solo per resistenze corporative inaccettabili. Auspico che nel ddl sul processo penale che verrà discusso questa settimana ci possa essere una presa di coscienza del problema e si possa avviare una riflessione sul tema”.