Angelo Massaro quaderno

“In questo quaderno, il mio errore giudiziario lungo 21 anni”

Non se ne separa praticamente mai. E non è un’esagerazione: per Angelo Massaro, che subito dietro a Giuseppe Gulotta vanta il tristissimo primato di secondo errore giudiziario più lungo della storia recente italiana, un piccolo quaderno a quadretti, scritto fitto fitto, è una specie di feticcio, un punto di riferimento, una coperta di Linus. L’ultima volta che lo abbiamo incontrato, Angelo Massaro ha deciso di aprircene qualche pagina davanti a noi facendo un’eccezione (seppur parziale) alla rigida regola che si è messo con chiunque, anche con i suoi familiari: il contenuto non lo farà leggere mai a nessuno.

Che cosa c’è scritto in questo quaderno? Quello di Angelo Massaro non è affatto un semplice diario. È molto di più: è un piccolo tesoro che va oltre tutte quelle pagine e quelle parole che contiene, scritte fitte. Ma per capire meglio che cosa intendiamo, guardate con attenzione questa video intervista. E ascoltate con attenzione la risposta che Angelo Massaro dà all’ultima domanda che gli facciamo, quella con cui gli chiediamo se sarebbe disposto a gettarlo via per cancellare una volta per tutte la tragedia che ha vissuto: la potenza che trasmette, dà già da sola l’idea della forza, della trasparenza, della decisione e della resilienza di un uomo uscito da un dramma come Angelo Massaro.

 

 

Dopo essere stato costretto a vivere una tragedia inimmaginabile, che ha lasciato danni fisici e psicologici, Angelo Massaro ha provato a rifarsi una vita. Nei mesi successivi alla sua scarcerazione, ha cercato un lavoro regolare, ma senza riuscirci. Allora, viste le difficoltà che incontrava soprattutto a causa della diffidenza delle persone nei suoi confronti (“se è stato in carcere, qualcosa dovrà pur avere fatto…”), ha pensato di mettersi in proprio: ha provato ad avviare una piccola attività commerciale, una pescheria, con l’aiuto del figlio e della moglie. Ma in soli tre mesi è stato di fatto costretto a chiuderla per una serie di vicissitudini burocratiche che hanno del paradossale. Le ha raccontate lui stesso in questa intervista.